“Nel nome del padre” arriva al Parenti

Una lettura emotivamente agitata ”, così viene definito da Patrick Rossi Gastaldi “Nel nome del padre”, il reading-spettacolo di cui è protagonista insieme a Margherita Buy e di cui cura la regia. Il testo di Luigi Lunari, tradotto in diverse lingue e già rappresentato con successo a Londra, Parigi, Tokyo e New York andrà in scena al Teatro Franco Parenti da venerdì 11 gennaio.

Questa “commedia sentimentale”, seppure incentrata sulla vita di due personaggi realmente esistiti, è tuttavia ambientata in una dimensione surreale: Rosemary Kennedy, figlia del vecchio Kennedy e sorella di John Fitzgerald (il presidente assassinato nel ’63) e Aldo Togliatti, figlio di Palmiro, segretario e capo del Partito Comunista Italiano, si incontrano in un luogo immaginario, una specie di limbo, forse un purgatorio, dove a poco a poco si confidano, confrontando le loro drammatiche esperienze e condividendo il peso di ricordi dolorosi da cui cercano di affrancarsi.

Probabilmente in pochi conoscono la vera storia di Rosemary, in quanto a lungo tenuta segreta dai Kennedy: “È devastante quello che lei dice” , commenta la Buy, “perché la storia della sua vita è quella di una ragazza che a un certo punto il padre decide di lobotomizzare, di ridurre a un vegetale per non aver commesso proprio niente, per essere solo un po’ diversa dagli altri ”. All’età di 23 anni, infatti, Rosemary subì la lobotomia per volere del padre che nascose l’intervento al resto della famiglia, stanco dei suoi sbalzi d’umore e della sua condotta sessualmente libera e disinibita che avrebbe potuto rovinare la carriera politica degli altri figli. Venne poi rinchiusa in un istituto fino alla morte avvenuta a 86 anni.

Una sorte altrettanto infelice toccò ad Aldo: nato quando il padre si trovava in carcere, seguì i genitori nell’esilio in Unione Sovietica e, dopo la loro separazione, fu sballottato dalla Russia all’Italia. Tutto ciò, unito al distacco dal padre, interessato esclusivamente alla sua missione di costruire un mondo più giusto, lo fece sprofondare in una depressione che degenerò in schizofrenia rendendo necessario il ricovero in una clinica psichiatrica modenese dove trascorse gli ultimi trent’anni di vita.

Non credo perdonino, ma dimenticano e si abbandonano alla serenità della notte”, ed è proprio nella morte, come sottolinea Gastaldi, che i due trovano il meritato riposo e possono persino sognare di essere stati semplicemente un uomo e una donna proprio come tutti gli altri.

Kennedy e Togliatti, simbolo del capitalismo l’uno e del comunismo l’altro, due uomini così diversi eppure così simili nell’essere accecati dalle loro disumane ambizioni tanto da distruggere l’esistenza dei loro stessi figli che chiedevano soltanto di essere amati e accettati per quello che erano.

 

Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo, 14, Milano
Sala grande
dal 11 al 13 gennaio
venerdì e sabato alle ore 21.30
domenica alle ore 17.30

I biglietti sono acquistabili sul sito di TicketOne e direttamente alla biglietteria del teatro.

 

(di Giulia Bellini)

 

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