“La concessione del telefono”: l’adattamento teatrale del famoso romanzo

Una commedia ambientata nell’Ottocento in un paese fittizio siciliano, Vigàta

a cura della Redazione

© rosellina garbo

Una storia di contrasti

Un’opera che riesce a risultare al tempo stesso tragica e comica, classica e contemporanea, logica e assurda; una storia fatta di contrasti che in qualche modo riescono a convivere interpellandosi, richiamandosi a vicenda. Alla base di tutto, la richiesta di attivazione di una linea telefonica; un’operazione apparentemente semplice che però si rivela ben presto piena di equivoci, difficoltà, eventi inaspettati e imprevedibili. Una storia anche ironica, divertente, che riprende l’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, che viene concretizzato e reso vivo in questa scenografia teatrale, grazie alla bravura del regista Giuseppe Dipasquale e alla partecipazione di Alessio Vassallo.

© rosellina garbo

Immersione nella storia

Nel primo atto sono protagonisti gli incontri e gli scontri tra i personaggi dell’opera; il secondo è invece fatto di dialoghi concreti, popolari, dialettali, tutt’altro che sofisticati, leggeri e giocosi, divertenti. A rendere ancora più speciale e unico il tutto, i costumi colorati di Dora Argento, che ricordano una dimensione quasi fiabesca, le musiche di sottofondo di Germano Mazzocchetti e la scenografia di Antonio Fiorentino. Uno spettacolo che non può annoiare o distrarre lo spettatore, poiché ricco di equivoci e colpi di scena: l’inaspettato è all’ordine del giorno.

© rosellina garbo

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