Rapito di Marco Bellocchio alla 76esima edizione del Festival di Cannes

Un film potente, che racconta il passato ma che si inserisce benissimo anche nell’attualità

a cura della Redazione

Da ieri a oggi

Rapito narra la storia di Edgardo Mortara. Durante la sua infanzia, precisamente all’età di sette anni, il bambino viene rapito per ordine di Papa Pio IX e viene portato alla sua corte. Tutto questo succede poiché il piccolo, appartenente a una famiglia ebrea, viene battezzato in segreto da una serva e diventa così automaticamente cristiano, contro la sua volontà e quella dei genitori. Il bambino in questo modo entra a far parte della Chiesa cristiana e per questo il Papa lo vuole con sé. Edgardo è solamente un esempio tangibile e concreto dei moltissimi bambini ebrei che sono stati costretti a quei tempi alla sua stessa sorte. 

La cornice che fa da sfondo ritrae perfettamente tutti gli avvenimenti più importanti dell’epoca del Risorgimento italiano, dalla caduta del potere temporale della Chiesa all’Unità d’Italia. L’ambientazione è nel 1858. La buona riuscita del film è stata anche resa possibile grazie ad attori di spicco quali Fausto Russo Alesi, Fabrizio Gifuni, Paolo Pierobon, Filippi Timi, Leonardo Maltese, Paolo Calabresi. Anche qui un focus importante è riservato alla figura della donna, in questo caso su Barbara Ronchi, madre di Edgardo. Un film che parla di avvenimenti passati ma che fa riferimento a un tema sempre attuale, quello del rapimento di un figlio dalle sue figure di riferimento, madre e padre.

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