Come far rivivere luoghi, cose e persone della Provenza? Cézanne attraverso i suoi capolavori ci dà la risposta.
«Il paesaggio è splendido. Vedo delle cose magnifiche. Non voglio allontanarmi neanche di un passo dalla natura», scrive nel 1866 all’amico Emile Zola. Esposte 40 opere a Milano che ci portano indietro nel tempo e ci permettono di ripercorrere la vicenda biografica dell’artista: lo studio a Parigi di Vélazquez e Caravaggio, Courbet e Delacroix, la frequentazione degli impressionisti coi quali condivide il dissenso con la cultura artistica ufficiale; l’esperienza, lunga una vita, a Pays d’Aix, luogo delle sue origini e fonte della sua ispirazione. A partire dalla fine degli anni Settanta la visione della realtà cambia e Cézanne rifiuta l’esperienza effimera dell’impressione, che quindi abbandona per creare giochi di linee e volumi. Così facendo introduce lo stile cubista di Picasso e delle avanguardie, per approdare infine alla rappresentazione dell’essenza delle cose, immagini senza tempo. L ‘omaggio a Paul Cézanne è promosso dal Comune di Milano e da Skira con la mostra aperta nel Palazzo Reale dal 20 ottobre al 26 febbraio, curata da Rudy Chiappini con la collaborazione di Denis Coutagne.
Carola Parrella