Il fascino aristocatico di Arfango

Quella che si respira entrati nello show room di via Montenapoleone è aria di casa. Ma non di una casa qualsiasi. Tra l’opulenza, tanto cara alla nouveau riche e il lusso aristocratico, il marchio Arfango si colloca certamente nella seconda categoria. Dove aristocratico non classifica la qualità o la destinazione del prodotto, sicuramente di alta gamma, bensì la filosofia, l’allure e quella classe innata che  sempre di più si sta perdendo. Equilibrando tradizione e futuro e emozione e sofisticatezza, Alberto Moretti, dal 2008 direttore creativo del marchio, dà vita a delle collezioni di qualità in cui convivono sensualità ironia e Made in Italy autentico. Se l’arredamento in cui si viene accolti fa sembrare di essere catapultati nel lontano Settecento, con mobili antichi, affreschi alle pareti e lucidissimo parquet, in realtà però non si fa altro che fare un viaggio nel futuro, quest’anno con un tocco di ammiccante ironia. La calzatura più osservata è sicuramente  la Lady. Che omaggia i disegni di Milo Manara ed esalta la bravura artigianale di chi con cura ha studiato al dettaglio, proporzioni e rifiniture, come spiega lo stesso Moretti. Collezione invece continuativa, ma mai noiosa, è l’iconica Velvet Shoe, mocassino per lui e per lei declinato in una gamma ricchissima di colori, dal viola al porpora al nero. Il materiale è ovviamente il velluto di seta, iridescente, brillante e cangiante, elegantissimo. Vi è poi una rivisitazione della tipica fascetta dell’uomo dandy, adattata sul tacco iperfemminile e sensuale: la Catherine. Poi ancora la Collier, che come un prezioso collare illumina la caviglia donandole eleganza e raffinatezza. Se si dovesse stipulare una lista dei marchi di autentico Made In Italy, Arfango non si potrebbe non menzionare. Fin dal 1902 il marchio viene conosciuto per la sua manifattura di alto livello fino ad arrivare agli anni Sessanta e Settanta in cui lo storico mocassino in cuoio diventa il simbolo di quegli anni a conferma della validità dell’azienda.

Lydia Cavaliere

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