Una donna promettente: la vendetta a colori pastello

Un film unico nel suo genere e così vario da essere indefinibile. “Una donna promettente” ha, infatti, sprazzi di comedy, drama e di thriller

Cassandra Thomas è una giovane donna promettente: bella, intelligente, ex studentessa di medicina. Ma lei, tra bastoncini di liquirizia e un guardaroba a colori pastello, è interessata solo a una cosa: la vendetta.

Cassie ha le unghie di diversi colori, lunghissimi capelli biondi e una determinazione da far paura. Di giorno lavora nella caffetteria della sua amica Gail indossando abiti floreali e un broncio da copertina, di notte si trasforma in una femme fatale dalle labbra rosso fuoco e abiti succinti. Questa, però, non è la solita storia alla Dr Jekyll e Mr Hyde, né l’incipit della doppia vita di una supereroina da fumetti.

Questa è la storia di una donna brillante e promettente con un roseo futuro da medico che manda all’aria per un progetto misterioso che la porta quasi ai limiti dell’ossessione, ma che la rende anche incredibilmente affascinante nella sua doppiezza. E Carey Mulligan, che si aggiudica la candidatura agli Academy come miglior attrice, riesce a rendere questa doppiezza e il tacito tormento di Cassie con una profondità sconvolgente.

“Desideravo rappresentare quello che nei film è sempre stato normale: una ragazza che si sveglia dopo una notte brava con uno sconosciuto accanto. Quei comportamenti scorretti ma comunemente accettati e divertenti sullo schermo” spiega Emerald Fennell, regista e sceneggiatrice del film premiato con l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale, e nota anche come la Camilla Parker-Bowles della serie britannica “The Crown”.

Cassie si fa portatrice di una lotta interna e sociale, una rivolta contro l’ingiusta colpevolizzazione delle donne. Ogni sera si finge ubriaca e incosciente in un locale, e ogni sera finisce a casa di un uomo che desidera portarla al letto approfittando della sua poca lucidità. Da questo bislacco esperimento sociale vengono fuori episodi quasi comici incorniciati da un’estetica tutta rosa da casa delle bambole, in evidente contrasto con la realtà.

Un film unico nel suo genere e così vario da essere indefinibile. “Una donna promettente” ha, infatti, sprazzi di comedy, drama e di thriller, il tutto sulle note di una moderna versione remix di “Toxic” di Britney Spears. La novità sta anche nella produzione: è un film indipendente scritto, girato e prodotto quasi da sole donne, tra cui figurano la stessa attrice protagonista e la LuckyChap Entertainment, casa di produzione di Margot Robbie. 

Le critiche

Ibrido e singolare, guardare “Una donna promettente” è come camminare per strada a piedi nudi: l’asfalto è ruvido, sicuramente scomodo, proprio come la protagonista. Ma passati i 118 minuti ci si rende conto di aver vissuto qualcosa di alternativo, audace e libero da ogni schema. La troppa libertà, però, può non piacere a tutti.

Il film della Fennel è sicuramente qualcosa da amare follemente o detestare senza remore. La regista stessa, intervistata da Seth Meyers, ricorda il primo screening test della pellicola come un fallimento, a causa di una rissa sfiorata a fine film tra due spettatori con idee, a sua detta, “diametralmente opposte” sul finale. 

Eticamente parlando, una ricerca così spasmodica della vendetta da parte della protagonista potrebbe sembrare controversa e poco istruttiva. Ma “Una donna promettente” è proprio quel tipo di film che, con amore o odio viscerale, spinge alla riflessione su un rilevante problema della nostra società, ponendo il punto di vista su chi il problema lo vive davvero. 

Anche le scelte del cast hanno lasciato adito a discussioni, soprattutto in Italia, dove l’uscita del film è stata posticipata per ri-doppiare l’attrice Laverne Cox. La donna transgender, che interpreta la proprietaria del bar in cui lavora Cassie, era stata doppiata con una voce maschile. Per effettuare il cambiamento di voce, la pellicola verrà proiettata in tutti i cinema italiani dal 24 giugno

di Annastella Versace

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