I Ragazzi di vita e Massimo Popolizio allo Strehler

I Ragazzi di vita di Pasolini tornano a Milano

Che tremino i muri e che il pubblico frema d’emozione ed entusiasmo, perché dal 16 al 27 gennaio arrivano al Piccolo Teatro Strehler i Ragazzi di vita, spettacolo tratto dal romanzo pubblicato nel 1955 – e considerato “osceno e immorale” – di Pierpaolo Pasolini, una delle voci più importanti del XX secolo.

I Ragazzi di vita e la Roma degli anni ‘50

L’autore, giunto a Roma in un periodo molto difficile della sua vita, si trova immerso nel turbinio di varia umanità della Capitale, e sceglie di calarci negli strati più bassi, anzi bassissimi, della società romana dell’immediato Dopoguerra, in cui regna tiranna la miseria più totale, economica, psicologica, identitaria, sociale e civile.

I protagonisti ovvero i Ragazzi di vita, come un branco di piccoli topi che vivono nelle fognature della metropoli, tentano con le unghie e con i denti di sopravvivere (commettendo piccoli furti, prostituendosi, lavoricchiando qua e là…) ma soprattutto di vivere, cercando di combattere la noia e l’infelicità, sentimento dominante nel racconto, che come una patina spessa e scura avvolge tutte le loro esistenze.

Il messaggio morale dell’opera viene affidato a due avvenimenti riguardanti Riccetto, protagonista principale che, da monello perdigiorno ma umano e compassionevole, viene ingoiato dai canoni della società borghese e perbenista trasformandosi in un adulto vuoto, piatto e senza cuore: all’inizio infatti Riccetto non esita a gettarsi nell’Aniene per salvare la vita ad una rondine, dimostrando un’inaspettata bontà e purezza d’animo; mentre alla fine, proprio quando il protagonista sembra aver “messo la testa a posto”, per non rischiare la vita, non si butterà per salvare un ragazzino che stava affogando, ma assisterà impassibile alla tragedia.

La “dichiarazione d’amore” di Pasolini

La regia di Massimo Popolizio (premiata tre volte con l’Ubu, il Premio della Critica e il Premio Le Maschere, anche come miglior spettacolo), la drammaturgia di Emanuele Trevi, il personaggio di Lino Guanciale (a metà tra il mondo dello spettatore e dei personaggi) e i 19 attori sul palcoscenico nudo e crudo del Piccolo, si fanno portavoci abilissimi, degni ed emoziona(n)ti della straordinaria “dichiarazione d’amore” di Pasolini nei confronti dei suoi Ragazzi di vita.

di Alessandra Baio

Lascia un commento

Your email address will not be published.