Il reboot di “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”

Dall’uscita dello storico film nel 1981 ne è passato di tempo, sarà comprensibile agli occhi della generazione Z una storia così sconvolgente?

Background storico-culturale 

Per chi non lo conoscesse, “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” è una pietra miliare della letteratura  degli ultimi quarant’anni. Nel 1978 venne scritto il libro ispirato alla storia dell’allora sconosciuta  Christiane F., il libro narra la sua storia caratterizzata da tossicodipendenza, abusi, prostituzione, padre violento e il successivo divorzio dei genitori. Tra gli anni ’70 e seguenti, l’abuso di droghe tra i giovani è stato esponenziale, in quanto non si era  propriamente coscienti della gravità e delle ripercussioni che tali droghe avrebbero portato all’organismo.

Quando nel 1978 venne narrata da due giornalisti (K. Hermann e H. Rieck) la storia di Christiane F., ci fu un’esplosione di consapevolezza sulle vite nascoste di queste vittime di  tossicodipendenza (e non solo), da lì a pochi anni, nel 1981, venne realizzato il film ispirato alla storia di Christiane, divenuto in pochi anni un cult del cinema e un esempio di quella che non è una vita da seguire. A quarant’anni di distanza dall’omonimo film, il 7 maggio arriva su Amazon Prime la serie dedicata. 

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino 

È necessario sottolineare che sia il film, per quanto un cult, che la serie si distaccano dalla vera trama del libro, in quanto lasciano più spazio agli amici della protagonista, Christiane, dando modo anche a loro di raccontare le proprie storie personali e le esperienze legate alla tossicodipendenza.  Gli amici del Bahnhof Zoo – stazione metro da cui deriva il nome e punto di ritrovo iconico – sono  coprotagonisti e si vede la loro evoluzione da prima della droga a dopo, con tutte le vicissitudini necessarie per rimediare anche solo una dose.  

Facendo riferimento non solo al libro ma anche al film, la domanda sorge spontanea: per chi è stata  realizzata questa serie? La generazione Z sembrerebbe essere “lontana” dall’eroina, o così ci piace  pensare; la musica di oggi non è neanche paragonabile a un David Bowie che ci fa da colonna sonora, eppure, nonostante le divergenze, sembrerebbe essere una delle uscite più attese del mese sulla piattaforma streaming.

Forse toccherà più chi quell’epoca l’ha vissuta veramente e può ricordare o immaginare ciò di cui si parla; basti pensare che era un mondo privo di internet e telefoni; noi delle nuove generazioni riusciremmo mai ad immaginarci senza smartphone e connessione internet? Io non ne sarei così sicura, ma del resto ogni epoca ha i suoi pro e i suoi contro.  

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino racconta una storia tristemente vera e cruda, ma che fa parte della nostra società e che non può essere ignorata; di fatto non è un caso che il film sia divenuto un cult,  speriamo solo che la serie ne sia all’altezza! 

di Giulia Faccini

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