“Prima che tutto crolli”: cosa ci sta davvero dicendo il sistema finanziario globale?

Un titolo che suona come un campanello d’allarme, ma anche come una presa di coscienza

a cura della Redazione

Prima che tutto crolli, in uscita il 20 maggio 2025, non è solo un saggio sull’economia: è un invito urgente a guardare in faccia un sistema che, per quanto ci sembri saldo, poggia su fondamenta pericolosamente instabili. A scriverlo è Luciano Balbo, una delle voci più autorevoli nel panorama italiano dell’economia sociale e sostenibile, pioniere del Private Equity e padre dell’Impact Investing in Italia.

Un sistema che non crea più, ma consuma valore

La tesi è tanto chiara quanto inquietante: la finanziarizzazione, fenomeno che ha dominato gli ultimi cinquant’anni, ha trasformato beni reali – immobili, materie prime, aziende – in meri strumenti speculativi. I capitali non finanziano più l’innovazione, non creano valore nuovo, ma si accumulano attorno a ciò che esiste già, alimentando bolle e disuguaglianze.

Così il denaro gira su sé stesso, facendo crescere un castello sempre più alto, ma sempre meno solido. Un sistema che promette rendimenti crescenti in un mondo finito, e che potrebbe crollare da un momento all’altro, portando con sé certezze economiche, stabilità sociale, e fiducia nelle istituzioni.

Chi è Luciano Balbo e perché dovremmo ascoltarlo

Balbo non è un teorico da salotto. Il suo percorso parla per lui: dopo essere stato direttore generale di Finnova, la prima società italiana di Venture Capital, ha fondato nel 1988 la prima realtà italiana di Private Equity. Nel 2006 ha tracciato una nuova strada con Oltre Impact, portando nel nostro Paese una visione pionieristica: quella di un investimento che produce non solo profitti, ma anche impatto sociale positivo.

Progetti come il Centro Medico Santagostino sono nati grazie a questo approccio, dimostrando che è possibile conciliare mercato e bene comune. Con Prima che tutto crolli, Balbo mette nero su bianco una diagnosi lucida, ma anche una proposta concreta per riequilibrare il rapporto tra capitale e lavoro, tra intervento pubblico e logiche di mercato.

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