Una madre, due figlie e la lotta per la dignità nella Parma del 1922

Parma, 1922: una prostituta e le sue due figlie lottano per la sopravvivenza e il riscatto, in un'Italia segnata da povertà e violenza politica.

a cura della Redazione

Donne invisibili, madri resistenti

“Quando i fiori avranno tempo per me”, secondo romanzo di Sara Gambazza, ci porta nella Parma del 1922, tra povertà, violenza fascista e pregiudizi. Al centro della storia c’è Anita, una donna sola e giudicata, conosciuta nel borgo popolare come la “Bórda”. Ma dietro quell’etichetta vive una madre tenace, pronta a tutto pur di proteggere le sue figlie dal disprezzo del mondo.

Tre voci femminili in cerca di riscatto

Rosa è la primogenita: troppo matura per la sua età, osserva tutto con lucidità. Ninfa, la più piccola, è segnata da un dono oscuro: può sentire la morte prima che arrivi. Mentre l’Italia sprofonda nel caos, queste tre figure femminili resistono, si difendono, sognano un futuro diverso. La loro è una battaglia silenziosa, fatta di piccoli gesti e scelte coraggiose.

Il ritorno di Sara Gambazza

Dopo l’esordio con “Ci sono mani che odorano di buono”, Sara Gambazza torna con un racconto potente e toccante. Con sensibilità e precisione storica, l’autrice dà voce a chi è stato dimenticato: donne povere, madri respinte, bambine inascoltate. Un romanzo che illumina le crepe della nostra storia, restituendo dignità agli ultimi.

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