“I sei delitti di Daphne Saint Clair”: la vieillarde del crimine che conquista il thriller internazionale

Una novantenne si autodenuncia per sei omicidi: tra podcast virale e verità distorte, Daphne Saint Clair rinnova il genere del thriller psicologico.

a cura della Redazione

Una nuova voce nel thriller internazionale

Una novantenne serial killer, una podcaster alle prime armi e una verità sfuggente: I sei delitti di Daphne Saint Clair è il romanzo di suspense più atteso dell’anno in Inghilterra. Arrivato in libreria il 10 giugno, il libro segna l’esordio narrativo di MacKenzie Common e promette di lasciare il segno tra gli amanti del true crime.

Una protagonista fuori dagli schemi

Daphne Saint Clair ha novant’anni e ha scelto di trascorrere i suoi ultimi anni in una lussuosa casa di riposo in Florida. La sua nuova routine viene però sconvolta dalla morte improvvisa del suo compagno, un evento che non stupisce data l’età avanzata. Eppure, Daphne chiama la polizia e si autodenuncia: «L’ho ucciso io», aggiungendo di essere responsabile di molti altri omicidi nel corso della sua vita.

Un podcast, una verità da ricostruire

A raccogliere la sua confessione è Ruth King, giovane podcaster alla ricerca del suo primo scoop. Inizia così un’indagine narrata puntata dopo puntata, che appassiona il pubblico e solleva interrogativi sempre più inquietanti. Ma con l’avvicinarsi del finale, una nuova verità si fa strada: né Daphne né Ruth sono state del tutto oneste, e tra loro potrebbe esserci un legame più oscuro del previsto.

MacKenzie Common, esperta di diritti umani e moderazione digitale, costruisce un thriller raffinato, in bilico tra satira sociale, introspezione e colpi di scena. Con Daphne Saint Clair, nasce un nuovo personaggio destinato a lasciare il segno nella narrativa noir internazionale.

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