Dal 25 ottobre 2022 è disponibile in tutte le librerie “Le Rose a Dicembre”, il nuovo libro edito da Mondadori che raccoglie una serie di variopinti racconti che portano le firme di otto diversi punti cardine del panorama letterario italiano contemporaneo che, intrecciando molteplici e personali spunti e punti di vista, giungono a un’uniforme, intima e intensa riflessione su quanto la memoria del nostro vissuto non solo costituisca il pilastro essenziale del nostro patrimonio identitario, inviolabile, se pur in costante metamorfosi, ma influenzi in maniera non indifferente le scelte su cui plasmiamo il nostro futuro. La memoria, infatti, ci consente di arricchire la nostra esperienza attingendo a tutto ciò che abbiamo vissuto e siamo in grado di rievocare. Il tutto diventa ancor più interessante se riferito alla memoria collettiva, un vero e proprio bene comune, strumento imprescindibile di conoscenza della nostra storia nazionale e dei personaggi spesso misconosciuti che l’hanno animata. La memoria è un dono prezioso. È grazie a lei se – come sosteneva James Matthew Barrie, il creatore di Peter Pan – “possiamo avere le rose anche a dicembre”.
Nulla come gli archivi storici ci dà l’occasione di esplorarla. Ed è ciò che hanno fatto gli otto scrittori i cui racconti sono raccolti in questo libro: a partire dagli archivi di istituzioni pubbliche e aziende private sono andati a caccia di storie, riportando tesori. Affrescando una Milano vividissima, tra anni Sessanta e oggi, Marco Balzano tratteggia la vita di un uomo dall’incanto dei sogni giovanili al confronto con la realtà, descrivendo con grande delicatezza il rapporto tra un padre e una figlia. Giuseppe Culicchia, conciliando una oculata documentazione con uno sguardo visionario, ricostruisce la trasformazione dell’azienda elettrica municipale torinese nell’attuale IREN, attraverso i documenti e le notizie contenute nel suo archivio vivente, fatto “d’acqua e di luce e di gas e perfino di rifiuti”.
Protagonista del racconto di Alessandro D’Avenia è Luigi Pirandello, che vorrebbe stipulare una polizza per assicurare il fuoco del desiderio e dell’ispirazione, il suo bene più prezioso, ciò che gli consente di scrivere, ovvero: “scorgere una mappa dove gli altri vedono solo un labirinto senza senso…e di gioirne e soffrirne nello stesso istante”. L’avventura incredibile di Luigi Lavazza viene ripercorsa con partecipazione e ironia da Fabio Genovesi: nato da una famiglia contadina costruisce un impero tenendo insieme una estrema fedeltà alle proprie origini e lo slancio verso il futuro.
Andrea Marcolongo ci porta con sé in un’esplorazione che inizia nel Teatro di Dioniso, ad Atene, nel 388 a.C., durante la festa delle Lenee, e da lì si snoda, tra le commedie di Plauto e le “parole” del risparmio. Un altro personaggio straordinario è Teresa Noce, raccontata da Lidia Ravera: deputata, esule, antifascista, partigiana, una tra le più importanti figure femminili nella lotta per la conquista dei diritti e delle libertà sociali delle donne. Nadia Terranova mette in scena Amalia, che da grande vuole diventare scrittrice e grazie a una visita all’Archivio di Stato di Torino scopre come la sua passione per la narrativa e le storie sia profondamente affine alla Storia con la S maiuscola, che ha sempre trovato ostica.
Infine, a partire dalla definizione di “gas”, parola che in questo frangente storico evoca ombre sinistre, Chiara Valerio ci conduce in un bellissimo viaggio attraverso la storia politica ed economica italiana, puntando l’attenzione sui passaggi cruciali in cui le donne hanno iniziato a sentirsi a proprio agio nel mondo della scienza, storicamente dominato dagli uomini.