La lezione di tolleranza di Akbar il Grande

La Storia può rivelarsi un’eccelsa maestra. Dopo la recente uccisione dell’ambasciatore americano in Libia per mano di integralisti islamici, è quanto mai di attualità la mostra “Akbar- Il Grande Imperatore dell’India”, in programma a Palazzo Sciarra, Roma, fino al 3 febbraio 2013.
Una retrospettiva di ampio respiro a cura di Gian Carlo Calza sul grande imperatore che regnò in India dal 1556 al 1605. Principale sovrano della dinastia Mughal, Akbar fu quello che si può definire un “sovrano illuminato”: promosse il mecenatismo della cultura, sviluppò l’urbanistica e favorì il sincretismo religioso.
Ieri come oggi l’India è un subcontinente diviso da abissali differenze culturali e religiose; la sua unità si regge su un delicato equilibrio. Lo capì presto l’imperatore Akbar che dopo aver conquistato gran parte del subcontinente scelse la via della tolleranza: di fede islamica, puntò all’integrazione delle fedi autoctone con l’islam piuttosto che alla repressione, arrivando fino ad abolire il concetto di religione di stato.
Quello che Akbar il Grande era riuscito a realizzare si potrebbe descrivere come un esempio riuscito di melting-pot: civiltà e culture diverse che convivono in pace. Perché le diversità culturali non esistono solo tra paesi differenti, ma anche all’interno della stessa nazione. L’India ne è un esempio calzante: repubblica federale composta da 28 Stati e 7 territori, con 1,2 milioni di abitanti che parlano 22 lingue differenti e praticano culti differenti. Il governo attuale non ha seguito l’esempio dell’imperatore illuminato e pratica una forte centralizzazione che spesso porta a violente rivolte.
Lasciamoci quindi incantare dagli sfarzi della corte Mughal e riflettiamo sulla lezione di tolleranza che Akbar il Grande può impartirci.
 
“Akbar- Il Grande Imperatore dell’India”
Palazzo Sciarra, Roma
fino al 3 febbraio 2013
http://www.fondazioneromamuseo.it/it/index.html
 
(di Chiara Lavagetto)

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