Abbandonare il Locale: David Horvitz alla 28° edizione di Miart

La mostra di David Horvitz presso BiM, nel cuore di Bicocca

a cura della Redazione

David Horvitz, "o c e a e a n (after Aram Saroyan)”, 2020; Neon shaped in the artist’s handwriting; 15.24 × 205.74 cm. Installation view of “AM SEEGARTEN”, Kirchmöser 2023. Photo by Ludger Paffrath. Courtesy of the Artist, Los Angeles, ChertLüdde, Berlin and Am Seegarten, Kirchmöser.

Curata da Nicola Ricciardi, direttore artistico di Miart, questa esposizione presenta oltre 20 opere, selezionate dallo stesso Horvitz, che coprono un arco temporale lungo quanto la sua carriera. La mostra è ospitata in un ufficio dismesso all’interno di BiM, un progetto di rigenerazione urbana nel distretto Bicocca. 

L’artista statunitense, capace di spaziare dalla fotografia alla performance, dai libri d’artista al suono, dalla gastronomia alla mail art, si è concentrato sulla sfida di provare a rendere tangibili i due elementi che governano la nostra realtà: lo spazio e il tempo. 

David Horvitz, “nuvola nuvola tu nuvola”, 2018; Ink, colour postcard, stamp; 17 × 24 cm; Framed: 24.4 × 31.1 × 3 cm | David Horvitz, “A clock whose seconds are synchronized with your heartbeat”, 2020. aluminum frame, two way mirror, custom programmed clock,14 × 41.9 × 6.4 cm (5 ½ × 16 ½ × 2 ½ inches), 2.95 kg

Attraverso opere come A clock whose seconds are synchronized with your heartbeat e la performance Evidence of time travel, Horvitz esplora l’interconnessione tra tempo e spazio in modi veramente innovativi. Nella prima, un orologio sincronizza i suoi secondi con il battito cardiaco dello spettatore, mentre nella seconda, l’artista ha vissuto in Europa regolando la sua vita sul fuso orario della California, sfidando così le classiche convenzioni temporali. 

Con For Kiyoko, Horvitz si immerge in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, catturando l’immaginazione e la memoria familiare. In questa opera, l’artista fotografa le stelle che immaginava che sua nonna guardasse 75 anni prima, mentre era internata in un campo giapponese in Colorado. Questa visione celeste diventa così un ponte emotivo tra passato e presente, sfidando la percezione convenzionale dello spazio e del tempo e aprendo la porta a una riflessione più profonda sulla nostra connessione con le generazioni passate.

David Horvitz, “Newly Found Bas Jan Ader Film (22/83)”, 2006/2021; Archival Print on Hahnemühle Photo Rag Baryta 315gsm; 17.36 × 22.85 cm (6 ⅞ × 9 inches)
| David Horvitz, “The Distance of a Day”, 2013; Digital video; 12 min

In The Distance of a Day, Horvitz esplora la complessità dei legami familiari e la relatività del tempo e dello spazio attraverso una narrazione visiva coinvolgente. In questa installazione, l’artista espone due video, realizzati contemporaneamente da lui e da sua madre, che documentano il sorgere e il tramontare del sole in luoghi diversi: California e Maldive. Questa simultaneità visiva, che mostra lo stesso evento naturale da prospettive distanti, mette in evidenza la soggettività del tempo e dello spazio, invitando gli spettatori a esplorare la loro percezione del mondo e delle relazioni familiari.

Con le sue opere suggestive e innovative, David Horvitz continua a sfidare i confini dell’arte contemporanea, invitando il pubblico a esplorare nuove prospettive sul tempo, lo spazio e la connessione umana. La sua capacità di trasformare concetti astratti in esperienze tangibili è una testimonianza della sua genialità artistica. Attraverso la sua arte, Horvitz ci invita a riflettere sulla complessità del nostro mondo e sulle relazioni che lo abitano, lasciandoci con un profondo senso di meraviglia e ispirazione.

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