A tu per tu con la giovane promessa del cinema Ludovica Martino

La promettente attrice Ludovica Martino ci fa entrare nella sua vita raccontandoci la sua formazione e i progetti che ha in serbo per il futuro

di Martina Tronconi

Classe 1997, Ludovica Martino è una giovane promessa del piccolo e grande schermo. Diventata celebre grazie a un ruolo da protagonista in Skam Italia, Ludovica ha già le idee chiare sulle dinamiche del mondo dello spettacolo e sulla direzione che vuole intraprendere. Giovane promessa, si è fatta notare nel mondo del cinema e delle serie tvche specifica aver acquisito pari dignità – lavorando con attori affermati del calibro di Stefano Accorsi. Oggi ci fa entrare nella sua vita raccontandoci la sua formazione e i progetti che ha in serbo per il futuro. 

Come ti sei avvicinata al mondo della recitazione e come nasce la tua carriera?

Sono venuta a conoscenza di una scuola di Roma che lavorava direttamente con la macchina da presa tramite degli amici. Era qualcosa che mi interessava molto, quindi mi sono iscritta quando avevo 14-15 anni e ho iniziato ad andarci tutti i sabati pomeriggio fino ad incrementare la mia frequenza. Lavoravamo con la macchina da presa, facevamo anche corpo, era tanto divertente quanto formativo. Poi ho proseguito cambiando, e dopo due anni e mezzo sono andata a fare tanti stage qui a Roma, tra cui il CIAPA di Gisella Burinato, ottima scuola di recitazione. 

La mia carriera nasce con degli spot televisivi e prosegue con ruoli sempre più consistenti, fino ad arrivare a quello di Eva in Skam Italia, che ha avuto il suo boom e la sua rivincita durante la pandemia. Prima avevo recitato in Tutto può succedere, una serie di Rai 1 molto fortunata; ma posso dire sia stato Skam a darmi quell’impronta riconoscitiva attraverso cui il pubblico si rivede nei lavori che fai, ti riconosce, ti vuole bene per il personaggio che interpreti.

Da quando sei un’attrice, sono cambiati la tua vita e il rapporto con i tuoi coetanei?

No, la mia vita non è cambiata, perché ho avuto a 18 anni la possibilità di fare questo lavoro, non ero così piccola. Sono sempre stata più matura della mia età, quindi ero una diciottenne un po’ atipica: ero forte, non mi sarei fatta smuovere più di tanto dal successo e da quello che questo lavoro può portare. Il mio avere i piedi per terra è stata una grande fortuna, insieme al sostegno dei miei familiari, che hanno reso possibile tutto questo. Mia madre mi ripeteva sempre che quello che faccio è molto bello, ma devo stare attenta perché sono un pesce piccolo in un mondo grande, e questo è stato fondamentale. Di indole tendo sempre a fidarmi e a dare confidenza; è raro che pensi con malizia al fatto che le persone si avvicinano a me per un motivo. Proseguo la mia vita senza pensarci troppo e vivo con spontaneità. 

Sei stata Eva Brighi nella serie Skam Italia. Quanto c’era di Ludovica in quel ruolo?

Era un ruolo scritto molto bene dall’adattamento alla serie norvegese, era il mio primo ruolo da protagonista, in cui portavo sulle mie spalle il peso di una serie intera; avevo solo 18 anni ed è innegabile che qualcosa di me ci fosse in Eva. Questo lavoro si fonda sullo studio, il talento e l’esperienza sul set. Io di esperienza ne avevo avuta poca ma sono stata ben guidata dal mio regista, che mi riportava sulla via del personaggio quando ero attorialmente in difficoltà e cadevo troppo in Ludovica. Con l’esperienza impari a nasconderti perfettamente dietro il personaggio, anche attraverso il trucco e i capelli.

Qual è stata l’esperienza professionale più formativa della tua carriera finora?

Sicuramente Skam Italia è una serie che mi ha insegnato le basi di questo meraviglioso lavoro: la disciplina, l’attesa di tempi dilatatissima, cosa accade dietro la macchina da presa, la routine di quando arrivi sul set. Ma anche il mio primo film – il Campione – con accanto Stefano Accorsi, e  Security, il film di Peter Chelsom che aveva come direttore della fotografia Mario Fiore. Aveva vinto da poco un Oscar per Avatar ed è stato per me una grande ispirazione. C’erano anche Fabrizio Bentivoglio e Marco D’amore, attori che stimavo tanto e da cui cercavo di rubare sempre qualcosa.

Ti direi inoltre Lovely Boy, un ruolo veramente difficile perché molto lontano da me. È un mondo che ho imparato a conoscere standogli vicino: in quel film ero mora, piena di tatuaggi, borchie, piercing, frangette cortissime e smalti colorati. È stato stimolante vedersi così diversa allo specchio, perché ti viene ancora più voglia di nasconderti dietro al personaggio e far vivere solo quello. Anche Mio fratello e mia sorella, il film di Roberto Capucci, è stato stressante (positivamente), perché il regista cerca sempre di tirarmi fuori il massimo da ogni scena. Mi sentivo stimolata ogni giorno sul set, cercavo sempre di dare il massimo.

Esiste qualcuno nel panorama cinematografico a cui ti ispiri?

Le attrici di una volta, come Monica Vitti e Sofia Loren, ma anche Anne Hathaway e Meryl Streep, di cui sono una grandissima fan. Sono attrici che riconosco come degli idoli e che mi ispirano a fare sempre meglio, ma le vedo inarrivabili.

Come ti vedi tra 5 anni?

Spero sempre così serena e con un lavoro che mi dia la stessa felicità che mi da adesso. Il mio sogno tra 5 anni è mantenere un equilibrio nella mia vita a livello professionale e personale: avendo un attaccamento alla mia realtà, che è quella dei miei affetti, e crescendo lavorativamente sempre di più facendo avere una voce a personaggi che ancora non ce l’hanno. 

Qual è la differenza tra essere un attore di cinema e un attore di serie tv?

Questa cosa è superata adesso: era una concezione del passato che ha creato tanto snobismo nei confronti delle serie tv. Ora abbiamo delle serie di grandi qualità, come Anna di Niccolò Ammaniti, e sta diventando insopportabile subire questo snobismo. Ora anche le grandi star partecipano a queste produzioni, quindi si è persa un po’ la differenza tra attori di serie tv e di cinema. È una prospettiva interessante combattere questa credenza antica. Nella mia opinione è meglio fare una bella serie piuttosto che un film di scarsa qualità. Che poi dipende tutto dalla sceneggiatura.

Progetti futuri?

Inizierò a girare una serie a ottobre di cui non posso dire nulla, poi uscirà un film di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno con Stefano Fresi e Claudia Gerini: I migliori giorni. Lì avrò un ruolo molto bello: la stagista sottopagata che prenderà la difesa delle donne attraverso un bellissimo monologo. Ah, e uscirà Skam 5 a brevissimo!

Un grazie speciale a Ludovica Martino per la sua gentilezza e disponibilità, augurandole il meglio per la sua carriera e i suoi progetti futuri!

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