Elsa Schiaparelli: l’indissolubile intreccio tra Arte e Moda

Marcel Proust sosteneva che “il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale”; questa citazione sembra cadere a pennello quando si parla di una figura artistica come quella di Elsa Schiaparelli, definita come una delle personalità più influenti nel campo della moda all’inizio del XX secolo.

La stessa Elsa era convinta che creare moda disegnando abiti fosse una forma d’arte, e nello specifico una delle arti più difficili per via della sua peculiare durata, lunga solo qualche stagione. L’artista, nata a Roma nel 1890 in una famiglia di intellettuali, visse tra le più belle città estere: Londra, Nizza, New York, assaporando culture diverse e lasciandosi influenzare da stimoli continui. Conobbe personalità di spicco del panorama artistico del tempo, quali Gabrielle Picabia, Marcel Duchamp e Man Ray (esponenti dell’avanguardia dadaista).

Si avvicinò al mondo della moda quando fu assunta dalla sorella del più celebre Paul Poiret (sarto degli anni dieci del Novecento) come venditrice di abiti, ma soprattutto quando, trasferitasi a Parigi, iniziò a frequentare i salotti dell’alta aristocrazia francese e conobbe lo stesso Poiret, da cui fu profondamente ispirata. Iniziò quindi a realizzare abiti e indumenti per lo sport e il tempo libero e dopo poco, nel 1927, inaugurò il suo primo atelier al civico 4 di rue de la Paix.

Lasciandoci influenzare anche dal cubismo e dalle arti africane, continuò la sua ascesa creando una linea di golf lavorati a mano da rifugiate armene, che sono passati alla storia per i celebri disegni sul davanti che raffiguravano grandi fiocchi trompe l’oeil. I modelli successivi che la stilista propose avevano come tema tatuaggi marinareschi, cuori trafitti e raggi X. Attratta sempre di più dal mondo dell’arte, iniziò a collaborare con artisti del calibro di Salvador Dalì, con cui creò tailleur neri con tasche rifinite da bocche femminili, borse a forma di telefono, abiti da gran sera in organza con su il disegno di enormi aragoste (di ispirazione surrealista, datato 1937), celebri cappelli dalle forme bizzarre.

Ideò anche una linea di bijoux con Jean Schlumberger, Elsa Triolet e Jean Clement, dalle forme più disparate: scarafaggi, libellule, aspirine. E’ stata un’anticipatrice dei tempi anche quando ebbe, per prima, la geniale idea di far ruotare le collezione intorno ad un unico tema chiave (il più celebre fu quello legato al circo) e a concepire le sfilate come la vetrina perfetta per mettere in piedi un grande spettacolo. Nel 1934 aprì lo Schiap Shop a Parigi in Place Vendôme, dove iniziò a creare nuove collezioni ogni anno.

Nel 1938 lanciò un profumo contenuto in un flacone a forma di silhoutte femminile disegnato da Leonor Fini, dal nome Shocking; nel 1954 pubblicò la sua autobiografia Shocking Life, il cui titolo evoca il colore feticcio da lei creato, il rosa shocking. Stravaganza e originalità furono due delle caratteristiche che la contraddistinsero da ogni altro artista vissuto in quell’epoca.

Elsa Schiaparelli sarà per sempre ricordata: è stata una maestra d’eccellenza nel dimostrare alle donne che si può prendere la vita più alla leggera, contribuendo notevolmente a renderle più ironiche e innovative, grazie al gioco della moda.

di Federica Senatore

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