I simboli di Schiaparelli nel ready to wear Fall/Winter 2022-23

Tutti i codici della Maison diretta da Daniel Roseberry nella sintesi della collezione Fall/Winter 2022-23

di Pamela Romano

L’americano Daniel Roseberry, che del mito di Elsa Schiaparelli ne ha fatto rinascere un brand, stupisce ancora una volta con la sua creatività nella collezione ready to wear per il prossimo inverno. La creazione di questa collezione è legata ad un importante evento, sia per la Maison che per lo stilista stesso.

Il successo Schiaparelli e il processo creativo

Lo scorso autunno, Schiaparelli ha fatto il suo debutto nel retail, più precisamente all’interno di Bergdorf Goodman nella Fifth Avenue di New York. Un tuffo nel passato dell’epoca d’oro di quando Elsa Schiaparelli fu appoggiata dal colosso americano negli anni tra il 1931 e il 1954. Ma anche un grande sguardo in avanti, grazie al successo del brand e del suo direttore creativo americano, onorato di questo traguardo.

Poco prima dei festeggiamenti di questo successo, Daniel Roseberry racconta cosa è avvenuto:

“Lo scorso autunno, alla vigilia dell’apertura del nostro primo negozio permanente a Bergdorf Goodman a New York, mi sono seduto e, per circa nove ore, ho dipinto a mano libera un telo lungo 40 piedi con i codici della Maison: parti del corpo, lucchetti e buchi delle serrature, nastri di misurazione e bijoux sono stati resi con inchiostro nero su cotone bianco osso: la tela finita è stata sia la tovaglia di quella sera alla nostra cena, sia, più tardi, il punto di partenza creativo di questa stagione”.

La collezione

Nasce così il pattern nero su bianco della gonna del look 6 della collezione ed ancora in negativo, bianco su nero, su completi e cappotti. Non mancano naturalmente gli ornamenti legati all’arte surrealista, dita allungate o che si trasformano in forbici, focus sui seni e dettagli dorati su total black. 

Cappelli alla francese, enormi dischi, passamontagna con lunghe punte che richiamano altri abiti della collezione, che più che abiti ricordano armature di un futuro distopico.

Dalla donna guerriera a quella estremamente bon ton in little black dress e quella androgina in completo gessato. Il tutto raffigurato in un’estetica che ricorda la forza sprigionata da Grace Jones nella copertina dell’album Island Life del 1985, scattata da Jean-Paul Goude. Spirali, pianeti e addominali, borse orecchie e cappelli scarpa.

Ingredienti della pozione magica, data da Elsa a suo tempo, ma miscelata ogni volta in modo diverso dal talento di Roseberry.

Lascia un commento

Your email address will not be published.