Il fenomeno di TikTok e la tutela della privacy

La maggior parte degli utenti presenti e attivi su TikTok è composta da adolescenti, questo ha allarmato molte associazioni che si occupano della tutela dei minori

di Michela Pia Mascia

TikTok è una piattaforma social in cui gli utenti possono comunicare tramite brevi video e la sua mission principale è proprio quella di ispirare la creatività e portare allegria.

La comunicazione è estremamente immediata, divertente e perfettamente in linea con un pubblico giovanile, dinamico, alla continua ricerca di contenuti creativi, divertenti e veloci da visualizzare. TikTok, come tutti gli altri social, dà la possibilità di avere dei seguaci e per riuscirci l’utente deve impegnarsi a creare dei contenuti davvero originali. L’obiettivo di TikTok è proprio quello di catturare la creatività e la conoscenza del mondo e dar vita a una comunità in cui tutti possano essere creatori.

La filosofia di TikTok è che ogni secondo deve contare! I video che si possono creare sono brevi e vengono chiamati “real short video”. La fascia di popolazione giovane è quella che si cimenta maggiormente nella realizzazione e pubblicazione dei video, seguendo gli hashtag di tendenza e cercando sempre nuove challenge da provare, poiché per loro i social rappresentano un luogo in cui potersi esprimere liberamente, dando sfogo alla creatività e trovando contenuti che li intrattengano.

Il fatto che la maggior parte degli utenti presenti e attivi su TikTok sia composta da adolescenti e che tra molti di loro ci siano, dunque, minorenni ha allarmato molte associazioni che si occupano della tutela dei minori; infatti, per avere accesso alla piattaforma viene richiesta solamente l’età. L’età minima necessaria per potersi iscrivere a TikTok è di 13 anni. Il problema è che è possibile indicare una data di nascita falsa per iniziare ad utilizzare l’applicazione. Proprio questa mancanza di sicurezza ha fatto sì che TikTok venisse multata nel febbraio 2019 per 5,7 milioni di dollari dalla Federal Trade Commission, la quale ha accusato TikTok di aver raccolto informazioni sui minori senza il consenso dei genitori. 

Proprio come negli Stati Uniti, anche in Europa si torna a parlare della polemica sulla riservatezza e sulla sicurezza degli utenti di TikTok. Cinque eurodeputati di centrodestra hanno infatti chiesto alla Commissione europea di chiarire se i dati siano accessibili in Cina, esprimendo preoccupazione dopo le indiscrezioni pubblicate da BuzzFeed. L’articolo è lo stesso da cui sono partiti senatori e deputati americani e racconta della possibile esistenza di “vie d’accesso” ai dati degli utenti statunitensi da parte dei dipendenti cinesi di ByteDance, la società che controlla TikTok.

Se uno scenario simile fosse possibile anche in Europa, una quantità enorme di dati sui cittadini potrebbe essere accessibile in qualsiasi momento alle autorità cinesi e lasciare che ciò accada in un momento di riposizionamento geopolitico per l’UE e per i suoi alleati occidentali sarebbe un gravissimo errore. Ad aggravare in qualche modo la situazione c’è il fatto che tutto questo succede mentre il Parlamento del Regno Unito ha deciso di chiudere l’account su TikTok proprio a causa dei dubbi sulla riservatezza dei dati.

TikTok, però, ha sempre affermato che i dati statunitensi ed europei sono conservati a Singapore e negli USA e che non sarebbero accessibili in Cina, respingendo le accuse di BuzzFeed e ha confermato di avere “sottoscritto il contratto per un datacenter a Dublino che ospiterà i dati degli utenti TikTok del Regno Unito e dei 27 Paesi UE, oltre a Islanda, Liechtenstein e Norvegia e che stanno lavorando a un sito in corso di realizzazione con l’obiettivo di avviare le operazioni del datacenter all’inizio del 2023, per poi incrementarne l’operatività nel corso dell’anno”.

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