Paolo Roversi: un genio tra bellezza e mistero

Paolo Roveri

Paolo Roversi, l’uomo che interpreta la moda

Impossibile non conoscere questo genio dal sangue tutto Made In Italy. Paolo Roversi viene definito l’uomo che interpreta la moda, in grado di creare atmosfere dalla forte carica emotiva. Ravegnano di nascita e parigino d’adozione, scopre la fotografia all’età di 17 anni quando, durante un viaggio in Spagna, gli viene regalata una macchina fotografica che di lì a poco divenne la sua migliore amica. La forte passione per la fotografia l’ha portato a realizzare una camera buia nella cantina di casa sua, dove si divertiva (facendo pratica) a sviluppare e stampare i suoi scatti in bianco e nero.
Paolo Roversi possedeva una personalità estrosa, e una città come Ravenna gli divenne ben presto stretta, tanto da condurlo a trasferirsi nella Ville Lumière, Parigi; una città a misura di fotografo, in grado di regalare scatti fenomenali. Iniziò la sua carriera come reporter, ma fu l’incontro con l’allora direttore creativo della rivista Elle, Peter Knapp, a dare una svolta alla sua passione. Knapp gli suggerì di trasferirsi proprio nella “città delle luci” aprendogli gli occhi su un mondo di cui si innamorò subito.
Paolo iniziò quindi a spiccare il volo, pur restando con i piedi ben saldi a terra; in un primo momento collaborò con i più grandi fotografi cercando di carpire più sfumature e tecniche possibili, per poi mettersi in proprio, fino ad arrivare alla sua consacrazione nel 1980, con la realizzazione della campagna pubblicitaria di Christian Dior. A quest’ultimo è legato da un filo indistruttibile, una sorta di adorazione, lo considera il rivoluzionario della moda, e da grande professionista qual è, tiene a precisare che stilisti del calibro di Yves Saint Laurent, Gianfranco Ferrè e Maria Grazia Chiuri sono stati abili successori a seguito della sua morte, facendo continuare a vivere un marchio fatto di eleganza, qualità e tanta raffinatezza.

Cos’è la fotografia per Paolo Roversi?

Il mondo della fotografia è complesso, introspettivo sia da parte del fotografo che da chi osserva gli scatti. Paolo Roversi in ogni suo lavoro non vede semplicemente una giovane modella che indossa un abito, bensì una performer in grado di colmare uno spazio vuoto, di realizzare qualcosa di unico e inimitabile. Nella ricerca dello scatto perfetto si nasconde un viaggio fatto di illusioni e tempi passati, compiuto all’unisono tra il soggetto e il fotografo, dove ci deve essere una fusione tra sfondo e ombre con la pelle e i vestiti delle modelle. Per Roversi non esiste preferenza tra le grandi top model; un unico elemento fa da denominatore comune: la magia, quella scintilla che fa sognare grandi e piccini. Fa volare, ed è in grado di trasportare la mente in una dimensione parallela, pur restando sempre nello stesso luogo.

Paolo Roversi – Studio Luce

É sempre bello “tornare a casa”, e non c’è accoglienza migliore che una mostra, richiesta proprio dall’assessore alla cultura di Ravenna. Il MAR, il museo d’arte della città natale di Roversi, con il contributo dei main sponsor Christian Dior Couture, Dauphin e Pirelli, dal 10 ottobre al 10 gennaio 2021 ospita Paolo Roversi – Studio Luce, una mostra che rende omaggio a questo talento speciale.
Studio Luce inizia con una serie di ritratti di amici e artisti, tra cui il fotografo Robert Frank, uno dei più importanti nomi del Novecento, nonché artista nel vero senso del termine; per lui, una parola era poca e due troppe. Paolo Roversi è stato il primo italiano a firmare il Calendario Pirelli 2020, e all’interno della mostra ci saranno anche degli scatti tratti da quest’ultimo, insieme alla serie di still life di sgabelli raccolti per strada, ad immagini inedite di moda e delle sue muse, come le top model Kate Moss e Natalia Vodianova o l’attrice Monica Bellucci.
Studio Luce ha come scopo quello di ringraziare Paolo Roversi, orgoglio italiano, e mettere in luce la sua innata eleganza e spigliatezza, che fanno di lui un uomo estremamente galante. L’anima del fotografo è palpabile nei suoi scatti, ed è in grado di spiegare lo scambio di cui parla sempre: il soggetto è lo specchio del fotografo e viceversa, è tutta una questione di amore.
 
di Agnese Pasquinelli

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