Festival di Venezia 69: vincitori e delusioni

Pietà di Kim Ki-duk è una di quelle storie che rimangono nella mente. È la storia intensa e di una madre e di un figlio, opera del regista sudcoreano, che si è meritato il Leone D’Oro della sessantanovesima edizione del Festival del Cinema di Venezia. È il denaro il filo sottile che unisce il film, quel denaro che il regista definisce “inizio e fine di tutte le cose: amore, violenza, pietà, speranza..”.

La pellicola vincitrice contiene in sé sentimenti strazianti, segno del grido che il regista ha voluto lanciare dopo la sua crisi depressiva, mostrata anche in un video autobiografico presentato a Cannes l’anno scorso.  Kim Ki-duk ha però ritirato il suo premio intonando Arirang, una canzone  che invoca alla ritrovata serenità.

All’americano The Master è andato il Leone d’argento. Il film nasce dal lavoro di Paul Thomas Anderson che è stato apprezzato per la performance dei due attori Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman che hanno vinto anche il premio Coppa Volpi pe la migliore interpretazione maschile. Il titolo femminile è stato conferito a  Hadas Yaron con Fill the Void, che ha incantato il pubblico con uno splendido vestito bianco.

Il Premio Speciale della Giuria, altro ambitissimo trofeo, è stato aggiudicato da Ulrich Seidl con Paradies: Glaube, il secondo capitolo di una trilogia, che mette in scena la follia della vita quotidiana di una donna. Per la capacità, senza pudore, di mostrare la follia che si cela dietro l’ordine della vita normale, Ulrich Seidl ha ricevuto applausi e critiche. La sceneggiatura più bella è quella di Oliver Assays con Apres Mai, la storia di adolescenza di Gilles, un ragazzo della Parigi del 1971 che si trova alle prese con le rivoluzioni studentesche. La triste vicenda dei desaparecidos turchi è al centro del film Kuf, diretto da Ali Aydin, che si è aggiudicato il premio Luigi De Laurentis.

Per l’Italia è stato un Festival sofferto. Deluso Marco Bellocchio che per Bella addormentata ha ricevuto solo minuti interminabili di applausi, ma nessun premio. L’unica consolazione è il trofeo Marcello Mastroianni a Fabrizio Falco, attore emergente in Bella Addormentata. Falco ha interpretato anche un ruolo totalmente differente in E’ stato figlio in cui è stato riconosciuto per il miglior contributo tecnico.

Non ci resta che provare sulla nostra pelle e dar torto o ragione alla non criticabile giuria del Festival!

 

Informazioni:
http://www.labiennale.org/it/cinema/

 

( di Ilaria Forastieri)

Lascia un commento

Your email address will not be published.