Al Salone del Mobile sono tutti pazzi per il design

 

Come ogni anno arriva puntuale il Salone del mobile, con il suo Fuorisalone, attirando centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo, tra esperti del settore, amanti del design e dell’architettura, festaioli incalliti con le agende fitte di eventi a cui partecipare e semplici curiosi.

Nato negli anni ’60 per promuovere le esportazioni italiane di mobili e complementi d’arredo, presto diventa un luogo in cui esporre le offerte commerciali e in cui porre sempre più attenzione non solo ai mobili ma anche agli allestimenti, che diventeranno fonte di attrazione e caratteristica del Salone del mobile.

Ma come mai siamo tutti pazzi del design?

Secondo Gillo Dorfles, “tra i primissimi impulsi dell’uomo c’è quello di creare oggetti”;  “l’oggetto creato dall’uomo costituisce una sorta di prolungamento, di estrinsecazione della stessa costituzione psico-fisica dell’uomo”.

Attraverso il design, l’immaginare per poi costruire oggetti, spazi, ambienti, l’uomo dà vita a quello che Winnicott ha definito “spazio potenziale”, ovvero un’area deputata alla mediazione tra la realtà interna e quella esterna, in cui la creatività prende forma e permette, attraverso uno slancio di vitalità, di sognare, immaginare, proiettarsi nel futuro.

In maniera provocatoria si potrebbe dire che un oggetto di design, un particolare tipo di arredamento, ci piace perché assolve delle funzioni genitoriali (di sicurezza, contenimento, libertà, forza) e colma dei vuoti.

D’altronde, seppure inconsciamente, il modo in cui approcciamo il design e facciamo acquisti è creativo e le decisioni che prendiamo sono determinate dalle emozioni che ricerchiamo, che a loro volta dipendono dalle nostre esperienze vissute.

L’esperienza della bellezza che si ha improvvisamente ed in maniera immediata rispetto ad alcuni oggetti o paesaggi, infatti, come scrive Meltzer, ci riporta all’estasi dell’esperienza estetica che il bambino vive vedendo la madre per la prima volta. Ecco forse perché il design, che a differenza dell’arte evoca un’esperienza empatica maggiore, attira così tante persone …

 

 

Dott.ssa Noemi Lucrezia Pepe

Psicologa, PhD

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.