La fisiologia sessuale umana

A portare alle estreme conseguenze il malinteso freudiano furono anche il ginecologo-sessuologo William Masters e la psicologa Virginia Johnson, entrambi statunitensi, che fondarono una clinica a Sant Louis per correggere questa presunta patologia orgasmica. Prima di loro, però, un precedente ricercatore, sempre americano, Alfred Kinsey, si era occupato di questo argomento, ma in maniera diversa.

Egli cercò infatti di capire e di catalogare, in modo molto più completo che in ogni precedente studio, i comportamenti sessuali sia maschili che femminili. La sua ricerca, basata su un monitoraggio approfondito e più ‘scientifico’della fisiologia sessuale umana, è nota come ‘Rapporto Kinsey’ e venne resa pubblica, utilizzando i dati raccolti in queste rilevazioni, attraverso due trattati: “Sexual Behaviour in the Human Male” nel 1948  e “Sexual Behaviour in the Human Female” nel 1953.

I due trattati rappresentano tuttora un eccezionale documento storico del comportamento sessuale di quel periodo e di quella cultura. Kinsey attuò più di 17.000 interviste negli anni tra il 1938 e il 1956 descrivendo e documentando in questo modo, statisticamente e con dei dati molto particolareggiati (e sconvolgenti per l’epoca), le pratiche sessuali normalmente svolte da uomini e donne americani.

Kinsey e i suoi colleghi notarono subito l’importanza del clitoride nella sessualità femminilel e, forse anche per questo, non fecero grosse distinzioni tra orgasmo vaginale e clitorideo, per cui ciò che loro chiamano ‘orgasmo durante il coito’ non ha una definizione ben precisa e risulta quindi difficile, dai loro risultati, trarre dati utili sulle percentuali di entrambi i tipi di orgasmo.

Kinsey si occupò inoltre di orgasmo sia durante il coito, sia durante il petting, sia durante la masturbazione, ma ciò che egli intende come orgasmo durante il rapporto è un orgasmo raggiunto con qualunque mezzo, anche con la stimolazione manuale o altro. (Il che ci fa capire, in parole poverissime, che prima che si creasse tanto interesse e pubblicità sull’argomento la gente si industriava e si arrangiava come poteva, raggiungendo quasi sempre il risultato….. metodo la cui validità sta di nuovo tornando in auge adesso…)

Utilizzando questo metodo di valutazione Kinsey trovò che la maggior parte delle donne raggiunge l’orgasmo durante il rapporto, specialmente se sono sposate da qualche tempo e hanno quindi familiarità col partner e gestualità legata all’atto, ma non poté fare a meno di constatare la facilità molto superiore con cui le donne raggiungevano l’orgasmo con la masturbazione. Anch’ egli, quindi, affermò più volte che il problema fondamentale delle donne non è l’incapacità orgasmica, ma la difficoltà di raggiungere l’orgasmo proprio durante il rapporto.

Infatti, la maggior parte delle donne osservate, le quali raggiungevano l’orgasmo solo qualche volta durante il coito, lo raggiungevano velocemente e regolarmente durante la masturbazione. Emergeva però sempre che il rapporto col proprio partner, specialmente se accompagnato da risvolti affettivi ed emotivi forti, poteva essere molto gradevole, nonostante per alcune donne terminasse sempre o quasi sempre senza il raggiungimento dell’apice del piacere.

 

di (Marina Zaoli)

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