Al Gatto Verde: apre il nuovo ristorante di Massimo Bottura

Il 20 settembre apre Al Gatto Verde, il nuovo ristorante firmato Massimo Bottura e diretto da chef Jessica Rosval

di Martina Faralli

credit Lido Vannucchi

Il 20 settembre apre le porte al pubblico Al Gatto Verde, il nuovo ristorante firmato Massimo Bottura e diretto da chef Jessica Rosval. Ubicato all’interno della guesthouse Casa Maria Luigia, il locale è una celebrazione di convivialità e sostenibilità intorno ad un innovativo non-barbecue.

Al Gatto Verde a Casa Maria Luigia

Che una nuova avventura fosse nell’aria per la Francescana Family lo si subodorava da tempo. Adesso le speculazioni e le ipotesi sul nuovo progetto di chef Massimo Bottura hanno finalmente preso corpo e forma. Si tratta del ristorante Al Gatto Verde e la sua location è già un posto del cuore: Casa Maria Luigia, dimora intima fortemente voluta da Bottura e dalla moglie Lara Gilmore.

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All’interno dell’Acetaia di Casa Maria Luigia, fra 1400 botti di aceto balsamico tradizionale datate fra il 1910 e il 1980, Al Gatto Verde diventa incarnazione di quei valori di convivialità e amore per i sapori genuini che dal 2020 caratterizzano Tòla Dòlza, la festa della domenica che reinventa il brunch alla maniera di Bottura e chef Jessica Rosval. È proprio Rosval, direttrice culinaria di Casa Maria Luigia fin dall’apertura nel 2019, che insieme al suo team infonde un soffio di vita nelle stanze tinte di verde del nuovo locale.

credit Lido Vannucchi – credit CineFood

Il centro di tutto è un forno a legna targato MAM e realizzato a Modena. Accanto ad esso, una griglia artigianale Universo prodotta in Toscana, a creare un binomio di non-barbecue in cui varie tecniche culinarie si fondono con fumo, calore e ingredienti artigianali italiani. Fra i piatti spiccano le creazioni sinestetiche a cui Rosval e Bottura hanno abituato il pubblico: l’Agnello da Montreal a San Damaso è ad esempio un omaggio alle origini canadesi della chef, il Cotechino Sangue di Drago ai fiori di ibiscus e prugna è uno dei grand must di Casa Maria Luigia, e il dessert Cielo Terra e Mare fa esplodere le papille gustative mixando caviale, carbone, rosa, lampone e acqua di mare.

Al Gatto Verde è una sintesi di estetica e etica, di forma e sostanza, senza tralasciare la sostenibilità. L’elettricità del locale è infatti fornita da pannelli solari e l’approccio alle risorse energetiche è di stampo zero sprechi, improntato al riciclo e riutilizzo delle emissioni.

Design e alta cucina si incontrano Al Gatto Verde

Come sottintende lo stesso nickname del team di Massimo Bottura, la Francescana Family opera come una vera e propria famiglia, e tale spirito si riversa anche nel nuovo Al Gatto Verde. Insieme a chef Rosval ci sono infatti Alessia Belladonna, già sous chef dell’altro ristorante della guesthouse, Francescana at Maria Luigia, il maître Denis Bretta e la sommelier Valentina Bardini. A fare da restaurant manager è poi Maria Cristina Messori, ovvero la maître di Roots, il ristorante sociale sempre diretto da Rosval in centro a Modena.

credit Lido Vannucchi

Tramite le sue storie culinarie, Al Gatto Verde vuole evocare la connessione fra Casa Maria Luigia e la natura che la circonda, fatta di vigneti e campi, ma anche il legame con il design e l’arte che da sempre Bottura e Gilmore hanno infuso in questa dimora. È così che nella sala da pranzo ricavata dalle antiche scuderie sbocciano opere concettuali quali “Not Pollock”, “Not Stella” e “Not Warhol” dell’americano Mike Bidlo insieme a creazioni multimediali come FATE” di Jack Pierson e “Cash Cow” di Andy Warhol.

La designer d’interni Catia Baccolini ha curato le scelte estetiche e dei materiali, mettendo insieme un team di creativi e artigiani di altissimo livello. A partire dall’illuminazione di Davide Groppi, lighting designer responsabile anche delle lampade da tavolo che ricordano mestoli da cucina, e dalle boiserie di Morandi Interni, che ha curato anche la realizzazione del cocktail bar su misura.

credit Lido Vannucchi

Se i tavoli interni sono realizzati a mano da Riva 1920 in legno di rovere e accompagnati da sedie verdi di Thonet, i tavoli esterni di Porro sono laccati verde scuro e giallo e accostati a sedie di Varaschin in corda. Il cortile esterno è poi animato da sculture di artisti come Gavin Turk e Sandro Chia, mentre la pavimentazione in pietra realizzata da Kronos favorisce il filtraggio dell’acqua piovana con innovative tecniche di recupero che la riversano in cisterne interrate.

Le piastrelle verdi della cucina sono infine prodotte artigianalmente da Attica e catturano l’occhio col loro colore pieno e profondo. La loro tonalità è il fil rouge che lega insieme questo spazio fuori dal tempo, questa capsula quasi fatata in cui lasciarsi andare ai piaceri enogastronomici mentre tutto intorno la natura continua a fare il suo corso.

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