Praga, fra lusso e incanto

La città si sta sempre più animando quando, nella Piazza della Città Vecchia, si sente lo scoccare delle 9 di mattina. A richiamare l’attenzione di tutti gli abitanti della torre è uno scheletro che inizia a suonare una piccola campana e contemporaneamente capovolge la clessidra che tiene nell’ossuta mano sinistra. Il primo rintocco suonato dalla morte fa voltare altre figure: un turco, scelto per simboleggiare la lussuria, un viandante con una borsa piena di monete, simbolo dell’avarizia, e un uomo che si ammira con vanità in uno specchio. Tutti e tre fanno cenno di no con il capo, come a voler ignorare l’ineluttabile richiamo del loro vicino.

Poco dopo la scena si popola di altri personaggi, ossia i dodici apostoli che a coppia si affacciano da due finestrelle per inchinarsi innanzi agli spettatori accorsi per godersi la scena. A sancire la fine dei saluti e dei rintocchi della campana è il canto di un gallo d’oro che, posizionato quasi in cima alla torre, annuncia a tutti l’ora. Esiste una leggenda secondo la quale il suo compito sia ancora più importante dell’informare cittadini e turisti dell’ora; si dice infatti che il suo canto faccia fuggire i demoni dalla città.

Questo è lo spettacolo che l’Orologio Astronomico di Praga (Staroměstský Orloj, per dirlo in lingua ceca) – ubicato nel complesso del municipio insieme a una torre con una cappella a bovindo – offre ogni giorno dalle 9 alle 23 agli avventori che si riversano in piazza per ammirarlo con il naso all’insù.

La bellezza dell’Orologio però non è circoscritta ai rintocchi e all’esibizione delle statue mobili che lo popolano, ma è un insieme di caratteristiche complesse e fascino che sin dal Medioevo lo rendono noto come una grande meraviglia e una ricchezza per la città.

La struttura contempla la presenza di tre elementi: il quadrante astronomico che riporta l’ora insieme alla posizione del sole e della luna, un quadrante raffigurante i mesi e il meccanismo che dà il via alla processione degli apostoli. Per trovare la caratteristica peculiare dell’orologio si deve cercare fra gli orari che vengono mostrati. Insieme all’orario astronomico, quello dell’Europa centrale e l’antica ora boema, viene riportata anche l’ora babilonese, non presente su nessun altro orologio al mondo.

La laboriosità richiesta per portare a termine l’opera ha portato con sé diverse storie la cui veridicità ha ormai più il sapore della leggenda. Quella più famosa è ambientata nel 1410 e riguarda il Maestro Hanuš, costruttore dell’Orologio. I consiglieri furono così entusiasti del lavoro svolto che vennero punti dal timore che il Maestro potesse replicare l’opera in altri parti d’Europa, e per scongiurare questo rischio decisero di accecarlo. Secondo alcuni Hanuš danneggiò l’Orologio poco prima della sua morte e gli lanciò una maledizione che in seguito ha fatto impazzire o morire chi ha tentato di porre rimedio ai vari guasti. Racconti meno truculenti si limitano a descrivere Hanuš come così geloso della sua creazione da non voler svelare ad anima viva i principi di funzionamento.

Non lontano dall’Orloj è ubicato il The Mark Luxury Hotel che, come il nome stesso suggerisce, è un lussuoso hotel adatto ai turisti che vogliono scoprire i segreti di Praga facendosi accogliere da una struttura dotata dei migliori comfort. L’edificio neo-classico incastona elementi del passato così come richiami di design moderno, il tutto in una cornice abbellita da un’ampia terrazza e un florido giardino nel quale ogni sera la griglia viene accesa.

Il massimo del lusso viene offerto dalla Bohemia Suite e dalla Presidential Suite. La prima è situata in cima all’edificio, posizione che consente agli ospiti di godersi una suggestiva vista dei tetti di Praga affacciandosi al balcone privato. La seconda è il vero fiore all’occhiello. La suite si estende su 190 mq, incluso il terrazzo dal quale è possibile ammirare lo skyline della città e il giardino privato dell’hotel, ed è pensata per ricreare il calore (anche grazie al camino in salotto) di una dimora privata elegantemente arredata.

di Fabiana Althea Mazzariello

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