Mama Shelter Roma: divertimento, inclusività e colore

Da Parigi a Los Angeles, da Londra a Rio de Janeiro: gli Hotel Mama sono colorati, festaioli, sopra le righe

L’iconica catena di hotel Mama Shelter è arrivata da pochissimo anche a Roma con il lancio di Mama Roma, il primo indirizzo del gruppo in Italia. Da Parigi a Los Angeles, da Londra a Rio de Janeiro gli Hotel Mama sono colorati, festaioli, sopra le righe.

Mama Roma si trova nel quartiere Prati, sulla riva destra del Tevere. Da qui è raggiungibile in pochi minuti a piedi la Città del Vaticano con i suoi meravigliosi giardini, musei, e Piazza San Pietro; mentre il cuore del centro storico dista poche fermate di metropolitana. 

“Mama è più di un hotel, è uno spazio dove vivere e divertirsi. È un concept per tutti! Abbiamo voluto immaginare come sarebbe stato un nuovo tipo di hotel, un mix perfetto di ospitalità, diversità e inclusione. Le persone vengono qui per cenare, sorseggiare un drink, ascoltare concerti e, anche, per dormire in camere eleganti, ma dal prezzo accessibile” spiegano Jérémie, Benjamin e Serge Trigano, fondatori della catena.

Questo animato rifugio urbano e indirizzo gastronomico è pensato per chi è alla ricerca di sapori autentici e spazio per lavorare, per chi vuole rilassarsi e divertirsi contornato da ambienti e stili di vita diversi contaminati tra loro. Il tutto è accompagnato da un servizio attento ed estremamente cordiale. 

Colori colori e ancora colori 

Pavimenti a mosaico e capitelli stilizzati, forme geometriche contemporanee, ascensori tappezzati di figurine di calciatori; e ancora, hall arditamente piastrellata in verde brillante e soffitti decorati dal famoso graphic designer Beni Loys: questo sarà il design audace e innovativo di Mama Roma che stupirà gli ospiti fin dal loro primo ingresso. Mama vuole offrire un’esperienza di lifestyle che coniuga la cultura locale con un personale e caratteristico tocco distintivo. Non solo un posto per dormire, ma anche un luogo dove i residenti si incontrano con gli ospiti dell’hotel, sperimentano e fanno nuove scoperte.

Mama ci fa dormire e mangiare bene 

Distribuite su cinque piani, anche le 217 accoglienti camere di Mama Roma sono state concepite dal Mama Design Studio. Tutte dispongono di letto a 5 stelle con pillow-top e lenzuola satinate, smart TV da 55″. I bagni sono grandi e i prodotti che si trovano al loro interno sono biologici e in collaborazione con Absolution, premiato brand di cosmesi naturale francese. Maschere raffiguranti personaggi dei cartoon come Spiderman e Dart Fener decorano i punti luce accanto al letto, portando il carattere giocoso del marchio anche nelle stanze. 

Mama Roma offre inoltre un’ampia offerta food, aperta anche al pubblico esterno dell’hotel, con il Giardino d’Inverno: proposte per il pranzo, la cena e il brunch del weekend, che si aggiungono a quelle della Pizzeria, altro spazio dove rifugiarsi per un pranzo che spezza la routine quotidiana o una cena romantica in tête à tête. I piatti sono fatti in casa con passione, porzioni generose pensate per essere condivise, e ricette della tradizione con un twist internazionale, preparate con prodotti freschissimi.

Un rooftop spettacolare sui tetti di Roma

Il rooftop Mama Roma è coloratissimo, come del resto tutto l’hotel, e con la sua atmosfera che ricorda quella di una vivace piazza romana, è una delle terrazze aperte al pubblico più grandi della Capitale. Qui si viene per brindare, svagarsi e stare in compagnia, con vista che spazia sulla città del Vaticano, il verde e i palazzi residenziali tutt’intorno.

Vaste panche e divanetti multicolore sono abbinati a sedute in ferro battuto, sedie in paglia e tavolini di legno per creare, lungo tutta l’estensione del rooftop, isole di convivialità dove fermarsi a chiacchierare, assaporare un cocktail o un bicchiere di vino; naturalmente la musica non manca mai, anche con i DJ set e le serate di musica dal vivo in programma ogni giovedì, venerdì e sabato. 

Insomma, se si è nei dintorni di Roma il Mama Shelter è tappa obbligatoria. Del resto, “Mama Loves You”!

di Sara Buzzoni

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