La prima volta di “El Policia de las Ratas”

Alex Rigola ha aperto il suo secondo mandato alla Biennale di Venezia con “El Policia de las Ratas”, testo del dadaista cileno Roberto Bolano e parte della raccolta intitolata “Il gaucho insostenibile”.

Grazie al suo lavoro da direttore della nuova linea strategica Biennale College – Teatro, si è trattata della prima messa in scena di “El Policia de las Ratas”, anche se quello del regista catalano, che nel 2007 mise in scena il romanzo incompiuto “2666”, è solo un ritorno allo stravagante Bolano, scomparso dieci anni fa. Una serie di delitti di efferatezza inaudita sconvolge l’equilibrio di una piccola comunità. La risoluzione del caso non basterà a recuperare la normalità in questo giallo teatrale, dove violenza e modus operandi del serial killer concretizzano l’ipotesi che si tratti di uno dei componenti della stessa comunità: una società di topi, basata su un consolidato sistema socio-politico messo in discussione dalla catena di omicidi al centro della vicenda.

Tramite un adattamento rappresentativo minimalista sfrondato da media scenici, che riduce la realtà all’impersonale, Rigola propone una scenografia fatta solo da un pavimento, due sedie e qualche evento imprevedibile. In questa rappresentazione tutto è stato giocato su micro movimenti: personaggi chiamati in scena da modulazioni recitative che prevedono cambi di tono nella voce, giochi di sguardi, posizioni assunte e tagli di luce che si modificano in maniera impercettibile.

Tutto questo impersonato da due attori straordinari, Joan Carreras per il detective Pepe el Tira e Andreu Benito per gli altri personaggi. Alex Rigola, nato a Barcellona nel 1969, affronta la sua prima regia a 27 anni con un testo di Heiner  Muller, “La strada di Volokolamsk”, cui seguono “Kafka: Il processo” (1997) e “The water engine” di David Mamet (1999). Nel 2004 si cimenta in Brecht, con “Santa Giovanna dei Macelli” per il Festival Grec di Barcellona e l’anno successivo in Shakespeare con “Riccardo III” per il Festival de Teatro Clasico de Almagro. Dal 2003 è direttore del Teatre Lliure di Barcellona e dal 2010 del Festival del Teatro di Venezia.

Ma cos’è il teatro per Alex Rigola?Studio e formazione continua. E’ necessario il confronto con i maestri europei ed internazionali e, come per letteratura, cinema e musica, anche nel teatro si tratta di fornire gli strumenti per aprire le menti, quelle degli artisti e quelle del pubblico. Gli strumenti si acquisiscono nel confronto con quanto accade altrove, in altri Paesi e nel mondo. È un lato positivo della globalizzazione: ed è molto importante. Il teatro internazionale può scuotere la realtà locale”.

 

(di Giada Bertini)

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