“Io sono Babbo Natale”: l’ultimo ruolo di Gigi Proietti

Una commedia natalizia all’insegna dell’umanità, dell’autenticità e del dono. Un saluto tra sorrisi e lacrime a un grande maestro del cinema

Ettore (Marco Giallini) è un ex galeotto senza grandi prospettive di vita, se non quella di continuare la sua carriera da rapinatore. Così, si ritrova nella casa di Nicola (Gigi Proietti), un signore che non possiede oggetti di valore ma ha un’incredibile rivelazione da fare. Io sono Babbo Natale, dal 3 novembre al cinema.

Ettore è già stato in carcere, eppure si sente costretto a continuare la sua vita burrascosa, mentre Nicola è un signore come tanti altri, anche se dice di essere Babbo Natale. Gigi Proietti, maestro del cinema italiano, ci saluta così, recitando nei panni di un personaggio magico, in un film diretto da Edoardo Falcone. Non ci saranno i cattivi che vogliono rubare il Natale, la magia delle feste, i folletti, è solo la storia di due uomini. Di un Babbo Natale che fa la spesa, passeggia nel parco, guarda la tv e fa le parole crociate, e di un uomo che non sa cos’altro fare, se non rubacchiare per sopravvivere.

Note di regia che è bello leggere: il senso del film e un grazie agli attori

Il regista Edoardo Falcone si racconta così: «Quando scrivo una commedia, quello che mi interessa di più è la possibilità di raccontare in maniera ironica e divertente l’umanità delle persone. Questa volta però la sfida si presentava più ardua del solito. Mi trovavo di fronte a un personaggio che di umano ha ben poco. Uno che durante l’anno fa perdere completamente le sue tracce, per materializzarsi improvvisamente la Vigilia di Natale e distribuire indiscriminatamente doni a tutti i bambini del mondo. Piuttosto eccentrico, direi.  E non tanto per il vestito dal dubbio accostamento cromatico, o per il vezzo di spostarsi a bordo di una slitta volante, ma proprio per la sua incredibile generosità, a cui noi mortali onestamente siamo poco abituati. L’obiettivo allora è diventato come raccontare Babbo Natale rispettando tutto il consueto immaginario natalizio, ma allo stesso tempo cercando di vivere il suo aspetto più normale, o meglio: quotidiano. Ho pensato a un uomo come tanti, che quando non “lavora” va a fare la spesa al mercato, passeggia al parco, guarda la tv o fa le parole crociate.  Così è nato Nicola Natalizi, l’anziano mite e gentile sempre pronto a “dare”, senza mai chiedere nulla in cambio. E questo nessuno lo sa meglio di Ettore, l’altro protagonista della storia. L’esatto contrario di Nicola. Una persona che ha costruito sul “prendere” la sua intera esistenza, ma che in realtà è solo un uomo infelice, a cui da bambino, come a molti altri, è stato negato il regalo più grande: l’affetto dei propri genitori».

Poi, il regista descrive Io sono Babbo Natale come una commedia dal realismo magico, pensata per tutti, per qualsiasi forma di famiglia. Conclude con un pensiero agli attori Marco Giallini e Gigi Proietti, e rivela di aver scritto il film proprio pensando a loro; «Perché nessuno come loro poteva rendere al meglio due caratteri così diversi, ma allo stesso tempo così pieni di umanità». «Oggi Gigi se ne è andato. Il dolore è ancora vivo. Anche se uomini come lui difficilmente ci lasceranno mai. Incontrarlo è stata una fortuna. Dirigerlo un onore. Parole che potrebbero sembrare retoriche, ma che acquistano ben altro valore alla luce di quello che era questa persona. E che è ancora, per tutti noi. Poter lavorare con lui è stato un grande “dono”. Forse Babbo Natale esiste davvero. Chissà».

Ma chi è il regista?

Edoardo Falcone è il regista romano della commedia Se Dio vuole (2015), scritta con Marco Martani e interpretata da Marco Giallini e Alessandro Gassman, rispettivamente nei panni di un medico ateo e un sacerdote. La pellicola ha ricevuto importantissimi riconoscimenti italiani ed esteri, come il David di Donatello e il Nastro D’argento come Miglior regista esordiente, nonché il Premio del pubblico al Tokyo Film Festival.

Falcone, nella sua carriera, ha collaborato alla sceneggiatura dei film Tutto l’amore del mondo (2010), A Natale mi sposo (2010), Matrimonio a Parigi (2010), Poveri ma belli (2009), Nessuno mi può giudicare (2011), Viva l’Italia (2012) e Confusi e Felici (2014). Ma anche Mai Stati Uniti (2013) e Un matrimonio da favola (2014), Stai lontana da me (2013), e Ti ricordi di me? (2014).

Nel 2016 scrive con Marco Martani e Fausto Brizzi Forever Young, per approdare l’anno successivo al suo secondo film: Questione di Karma, che riceve una candidatura ai Globi D’oro del 2017 come Migliore commedia dell’anno. Negli ultimi anni, pur continuando ad occuparsi dei suoi progetti registici, ha proseguito la sua attività di sceneggiatore. Nel 2017 ha collaborato ad Amici come prima, regia di De Sica; mentre il 2020 è stata la volta de La mia banda suona il pop. L’ultimo progetto in ordine di tempo è stato D.N.A. (Decisamente Non Adatti), scritto l’anno scorso con Lillo e Greg, al loro esordio alla regia.

Una commedia natalizia all’insegna dell’umanità, dell’autenticità e del dono. Un saluto tra sorrisi e lacrime a un grande maestro del cinema. Gigi, non è un addio, ma un arrivederci alla prossima pellicola.

di Camilla Mantovani

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