Il Grandmaster del kung-fu

 

In questi giorni nelle sala cinematografiche italiane il film di Wong Kar-Wai, finissimo regista cinese (vedi In the mood of love e 2046), racconta la storia di Yip men, maestro di Kung fu e mentore di Bruce Lee.

Questo film è perciò in primo luogo un affresco sulle arti marziali cinesi a cavallo tra la fine della monarchia e l’inizio della repubblica. In quella terra di mezzo in cui il Kung fu cominciò ad essere defenestrato, perdendo gli antichi splendori, a vantaggio di arti marziali meno inclini alla regola e prive dei significati profondi.

Questo film è dunque un capitolo di storia che racconta la Cina e le sue trasformazioni o deformazioni, come nel caso del Kung fu. I gloriosi maestri di un tempo, amati e venerati, ora finiscono in miseria o vengono traditi, e fisicamente annientati, da ex allievi assetati di potere e propensi a compromessi “politici”. Ma è anche una riflessione sull’amore e sul ruolo della donna, tanto centrale nell’opera di Wong Kar-Wai, quanto marginale e priva di diritti nella maschilistica società cinese.

Questo film è la Cina, e ancor di più Hong-kong, quella parte di Cina-non-Cina tanto cara al regista, con le sue atmosfere liquide e vaporose, definite dai contorni dei fumi di una sigaretta e dagli eleganti interni delle case da Tè: luoghi fisici del potere e dello splendore del Kung fu. E’ anche, e sopra ogni cosa, una lezione di altissima fotografia. Le immagini, private dei dialoghi, da sole avrebbero potuto narrare la storia, appesantita da un doppiaggio forzato. I sottotitoli, mantenendo le cadenze e gli accenti delle lingue originali, non avrebbero spezzato quella magia visiva cui il regista cinese è solito deliziare i suoi spettatori.

 

The Grandmaster 
di Wong Kar-Way

Cast: Tony Leung, Zivi Zhang, Chen Chang, Qingxiang Wang, Tielong Shang
Titolo originale: Yi Dai Zong Shi

Genere Biografico, 123 min
Girato in Cina, nella città di Hong Kong, nel 2013
Distribuito in Italia da Bim Production, dal 19 settembre.

 

(di Rosa Gioffrè)

 

 

 

1 Comment

  1. Bellissima e intrigante recensione. Le descrizioni soffuse lasciano alla propia immaginazione il compito di definirle. Andrò sicuramente a vedere il film.

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