Festival di Cannes, l’Italia vince il Grand Prix. Fra le polemiche

Grande vittoria per la Francia, ma importanti riconoscimenti per il talenti italiano. La 65esima edizione del festival di Cannes, l’evento cinematografico più famoso al mondo, ha conferito Palma d’oro a Michale Hanake con la sua pellicola Amour, storia d’amore tra due anziani in lotta con la malattia. Hanake, con questo lavoro, ha voluto rispondere alle critiche che lo accusavano di freddezza con un racconto terribile e forte. È la seconda vittoria per il regista austriaco, che già nel 2009 aveva conquistato la prima Palma d’Oro con Il nastro bianco. Al momento del ritiro del premio il vincitore ha voluto citare l’apporto fondamentale di Emmanuelle Rive e Jean Louis Trintignant i due attori protagonisti.

Ma non è mancato neppure un vincitore italiano: Matteo Garrone, che ha ricevuto il Gran Prix della giuria, presieduta da Nanni Moretti. Il film di Garrone, Reality, affronta una tematica scottante del nostro Paese riflettendo sul vuoto culturale che ci sta invadendo. Come per ogni festival non mancano le polemiche. La critica internazionale ha gradito poco il lavoro di Garrone e non ha fatto mancare i fischi al momento del ritiro del premio. La critica ha inoltre ritenuto inopportuno il premio della giuria ad Angel’s Share di Kean Loach. Holy Motors di Leos Carax avrebbe meritato secondo molti il premio per la regia.

Poco successo al festival per Ruggine e Ossa di Jaques Audiard, film melodrammatico emotivamente intenso che è al contrario apprezzato in Francia.
Titolo di miglior attore per Mads Mikkelsen: il protagonista del film Jagten, in cui interpreta il ruolo di un uomo ingiustamente accusato di pedofilia, è stato apprezzato soprattutto dalla critica femminile. Quest’anno le migliori attrici sono due, o meglio una coppia, Cosmina Stratan e Cristina Flutur protagoniste di Au-delà des collines di Cristian Mungiu regista romeno premiato per la miglior sceneggiatura.

Alcune indiscrezioni parlano di vere e proprie lotte in giuria, in particolare per l’assegnazione del premio di miglior regia, conferito al messicano Carlos Reygadas per Post tenebras lux ispirato al libro di Giobbe della Bibbia. La pellicola di Reygadas è stata definita ermetica e ostica e addirittura incomprensibile per alcuni cronisti. Nanni Moretti però pare aver voluto premiare un film folle e fuori dagli schemi con un linguaggio innovativo. Così si è conclusa la 65esima edizione del festival, lasciando sicuramente delusi gli americani e i francesi

Ilaria Forastieri

Lascia un commento

Your email address will not be published.