Un’estate di vacanze in sella a Vespa

In sella ad una Vespa per vivere l’estate più italiana che ci sia. Allegoria del Made In Italy per eccellenza, la celebre due ruote ha spento 60 importanti candeline. Largo quindi ad un nuovo design e nuovi colori; novità anche per i motori, adeguati ad un panorama di mobilità stradale distinto città per città, paese per paese, e a nuove migliorie in termini di prestazioni e costumi.

Da Milano a Roma, passando per Firenze e Bologna, la storia di Vespa veste il tricolore e accompagna l’estate degli italiani e dei turisti che vogliono assaporare usi e costumi della Penisola. La mobilità di “Vacanze Romane” è leggermente cambiata, così come l’iconico modello a due ruote.

Nasce dunque l’esclusiva Vespa Sei Giorni, una versione speciale prodotta in edizione numerata, erede dell’originale e omonima Vespa Sport “Sei Giorni”. Un modello entrato nella leggenda, realizzato appositamente per la massacrante gara di regolarità “Sei Giorni Internazionale di Varese” del 1951, nella quale fu protagonista assoluta e sorprendente, conquistando 9 medaglie d’oro.

Sinuosa in città e grintosa in viaggi più lunghi. Una chicca che segue gli stili delle Vespa più sportive, col portanumero nero ed accessori esclusivi come Vespa Multimedia Platform, piattaforma che mette in comunicazione lo smartphone con Vespa, ottenendo un vero e proprio computer di bordo sofisticato e multifunzione.

E se Audrey Hepburn guidasse al posto di Gregory Peck? Sicuramente lo farebbe in sella ad una Vespa Primavera, modello del 1968, una rivoluzione che renderebbe omaggio all’incantevole attrice: piccola e agile, ma spinta da un brillante motore, attenta alla salvaguardia dell’ambiente, fresca e ricca di gioia di vivere. Ancora più esclusiva con le esclusive grafiche Elegance e sella in vera pelle.

Ma non è finita qui. Si respira aria di novità anche per quanto riguarda i caschi. Tecnici, impermeabili e leggeri, per rispondere alle esigenze più chic e più sicure, e per vivere il mito di un marchio leggendario, continuando a tramandarlo.

di Elena Frattaroli

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