Umberto Boccioni: genio e memoria

La primavera a Milano porta grandi eventi: sarà inaugurata, infatti, il 25 marzo a Palazzo Reale la mostra su Umberto Boccioni, una delle personalità di spicco nel panorama artistico italiano del Novecento.

L’esposizione si comporrà di più di 300 opere tra dipinti, materiali d’archivio, incisioni, disegni e sculture, con alcuni prestiti dal Museo del Novecento, dal Castello Sforzesco e da altri musei internazionali e collezioni private. La mostra si suddivide in due grandi nuclei principali: i lavori giovanili, dal 1906 al 1910 e il periodo futurista, dal 1911 al 1916.

Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove apprende la tecnica divisionista, Boccioni conosce nel 1910 Filippo Tommaso Marinetti, grande esponente del Futurismo e creatore del famoso “Manifesto”, che lo avvicina a questo movimento rinnovatore.

L’artista firma il “Manifesto dei pittori futuristi” e “La pittura futurista: manifesto tecnico”, nei quali vengono espressi i punti cardine di questa corrente pittorica; in particolare, si sofferma sulla simultaneità, sull’interazione tra il movimento dei corpi e lo spazio tra la materia e l’aria che la circonda (come nella famosa scultura “Forme uniche della continuità nello spazio”). Le cose in movimento si moltiplicano e si deformano: è il momento del progresso, della velocità delle macchine, dei treni in corsa e dei primi aerei.

Le opere svelano le varie fasi e gli elementi che caratterizzano la velocità, come se a rallentatore potessimo scorgere una realtà nascosta, dove dimensioni fisiche e temporali si fondono e un “cavallo in corsa non ha 4 gambe, ma venti”. Umberto Boccioni si concentra anche sull’interazione tra stati d’animo e mondo circostante: le emozioni sprigionano energia che si diffonde e modifica il reale.

La mostra sarà visitabile dal 25 marzo al 3 luglio 2016 a Palazzo Reale a Milano ed è stata curata da Francesca Rossi e Agostino Contò.

di Jessica Landoni

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