Short&Sweet: l’imperdibile mostra al Mudec

Dove? Via Tortona 56, Museo delle Culture, Milano. Quando? Dal 10 febbraio 2024

di Sophie Guazzarini

Martin Parr Common Sense, 1995-1999 © Martin Parr/Magnum Photos

Short&Sweet è un superconcentrato di “inglesità” allo stato puro, uno shot di onestà che Martin Parr sceglie di somministrarci con lenti multicolor, la banalità del vero è condita con il suo amato humor, rendendo foto ordinarie un variegato connubio di stravaganza e bizzarria.

I primi passi

Attraverso l’obbiettivo è sia un antropologo che uno psicanalista; da quando aveva vent’anni, nei suoi primi anni si concentra con il bianco e nero sui colletti blu, allevatori di piccioni e “mariti presi per il naso” nella serie “The-non conformist” quando si trasferisce nello Yorkshire con la futura moglie Susie. Della periferia mette in luce la parte ferocemente indipendente dell’Inghilterra del nord dall’anglicismo di Stato. “Si può imparare di più sul Paese in cui si vive da un comico che dalla conferenza di un sociologo” dice l’artista.

Foto a sx: Martin Parr, USA, Florida, Miami, 1998 – Da “Life’s a Beach” © Martin Parr/Magnum Photos | Foto a dx: Martin Parr, Inghilterra, New Brighton, 1983-85 –
Da “The Last Resort. Photographs of New Brighton”. © Martin Parr/Magnum Photos

The Last Resort

Finalmente l’ipersaturazione! Il fotografo ci dice che a fine anni ’70 la fotografia a colori acquisisce autorevolezza, prima usata principalmente per gli spot pubblicitari, e dunque evolve al colore, dove la sua voglia di indagare sulla nostra civiltà emerge sempre di più. I dettagli del dolce far niente degli inglesi, intenti a rilassarsi sulle spiagge dell’East Sussex, vengono immortalati e ne esce un quadro kitsch quasi grottesco. 

Cruel or Honest?

Oggi (ndr 09 febbraio) gli viene posta questa domanda, “Are you cruel or honest?”. Ma la vera questione che dobbiamo porci è: sono forse crudeli i tempi in cui viviamo oppure lo è il fotografo che li rappresenta? Ecco, con questa precisazione si può ben comprendere che i nostri costumi, immortalati da Parr in momenti di quotidianità, mostrano un’umanità goffa e improntata all’eccesso. Ma quando guardiamo le foto di “Common Sense”, la sua serie più conosciuta, ci spunta un sorriso, un po’ amaro forse, ma ci rivediamo in quelle foto, ci sentiamo compresi nei nostri vizi futili e velleità occidentali. 

Foto a sx: Martin Parr, Hamburgher – Common Sense, 1995-1999 © Martin Parr/Magnum Photos | Foto a dx: Martin Parr, La torre pendente, Italia, Pisa, 1990 Da “Small World” © Martin Parr/Magnum Photos

L’Italia come il prezzemolo

Se parliamo di turismo come non pensare all’Italia, come il prezzemolo siamo in tutti i piatti, ovunque. Noi italiani ci descrive (potete trovare l’intervista completa sul profilo di @giltmagazine su ig) “crazy, beautiful and funny” e come dargli torto. Delle vacanze nel Bel Paese mette in luce la contraddizione tra il mito che abbiamo prima di un viaggio e poi la realtà di questo, spesso sgraziato e strampalato.

Oggi con i social forse abbiamo ancora di più accentuato questo divario, volendo mostrare delle nostre gite sempre la patina più edulcorata, mendace. Come possiamo nel 2024 essere anticonformisti nei nostri itinerari (ma anche nella vita) o meglio, possiamo esserlo? Nella nostra sconclusionata, dozzinale e buffa società piena di feticci possiamo provare a coglierne lo spirito, senza autoflagellarci ma mai restando indifferenti.

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