Mostra dalle uova d'oro, le creazioni di Peter Carl Fabergé

Novembre è alle porte e la moda suggerisce linee austere, preziose e forme ovoidali, dai volumi ampi. Perché allora non dedicare il ponte dei Santi, visitando la mostra che da fine luglio impreziosisce la Reggia di Venaria, alle porte di Torino?
Esposte troviamo le Uova Fabergé, creazioni risalenti al 1884 per mano dell’orafo degli zar di Russia, Peter Carl Fabergé. Il gioiello a forma di uovo fu creato per rispondere all’esigenza di Alessandro III di rispettare la tradizione ortodossa, che nel giorno di Pasqua vuole che lo Zar regali un Uovo alla Zarina e all’Imperatrice madre.
Tredici esemplari unici, mai esposti prima, occupano elegantemente le 10 Sale delle Arti. Tra queste, si trovano ben nove uova-gioiello imperiali, realizzate in oro, pietre preziose e materiali pregiati, e cinque volute da committenti privati, quali la duchessa di Marlborought, l’americana Consuelo Vanderbilt e la famiglia di industriali russi Kelch.
Si aggiunge la sorpresa di un Uovo imperiale, oggi disperso: uno splendido cuore rosso smaltato e ornato di diamanti, al cui interno si cela un trifoglio verde con le miniature imperiali. Sono esposti, inoltre, il primo Uovo imperiale, già menzionato, l’Uovo con Gallina del 1885, ma anche il penultimo, l’Uovo con la Croce di San Giorgio del 1916. Quelle del 1917, invece, non giunsero mai a corte per le note tragiche vicende storiche e lo sterminio dell’intera famiglia imperiale.
Infine, tra gli altri, il prezioso primo Uovo donato alla nuova Zarina Alexandra, il Bocciolo di rosa del 1895, e poi quelli del 1911, il romantico Uovo con l’Albero di lauro che racchiude un usignolo, e il celebrativo dei 15 anni del regno dello Zar, dove sono riprodotti i ritratti della famiglia imperiale e i principali episodi della loro vita. Chiude la curiosa storia delle 54 Uova imperiali: dalla Rivoluzione del 1917 alla musealizzazione di alcune di esse, a Mosca, fino al collezionismo mondiale di oggi e al loro mito nel cinema e nella letteratura.

Fu così che ebbe inizio, nella notte dei tempi, la tradizione annuale delle uova pasquali, veri e propri capolavori leggendari, ornati da pietre preziose e platino. La realizzazione di ciascun pezzo era un segreto gelosamente custodito, e sempre con una sorpresa all’interno, lussuosa, simbolica e celebrativa di avvenimenti storici e familiari particolari. La lavorazione durava tutto l’anno e il primo esemplare fu l’Uovo con gallina, regalato appunto all’Imperatrice Maria Feodorovna, nel 1885.
L’usanza venne portata avanti da Nicola II (1894-1917). L’Uovo più spettacolare venne realizzato nel 1896, nell’anno della solenne incoronazione di Nicola II a “Zar di tutte le Russie. Per l’occasione la sorpresa dell’Uovo, realizzato in smalto giallo e decorato con aquile bicefale, fu la carrozza (ndr. in scala) dei sovrani in oro, platino, smalto rosso, diamanti, rubini e cristallo di rocca, sovrastata dalla corona imperiale. Durante i fasti ricchissimi per celebrare l’evento (che fu anche l’ultima esibizione pubblica dell’antico sfarzo della famiglia Romanov), partecipò, tra i re e i principi europei, anche il giovane Vittorio Emanuele III di Savoia, all’epoca principe ereditario di casa Savoia, che ci lasciò una testimonianza scritta e documentata:
Tutte le feste erano immense, grandiose ogni oltre dire. La cosa più interessante per me è stato il banchetto solenne dopo l’Incoronazione, al quale gli Imperatori sedevano sui troni e tenevano la corona in testa; le vivande giungevano scortate da Ufficiali colle spade sguainate ed i Sovrani erano serviti dai Grandi dell’Impero: ogni volta che lo Zar beveva gli araldi alzavano le mazze e le trombe suonavano dei mezzi squilli, mentre le artiglierie tuonavano a spessissimi colpi; insomma un vero regno delle fate”.
Troverete anche 350 preziosissimi capolavori prodotti dalla fabbrica orafa di San Pietroburgo, oggi appartenenti alla collezione della Link of Times Foundation di Mosca. Le opere svelano con la loro bellezza i segreti dei maestri orafi della Maison Fabergé nella lavorazione dei metalli e pietre preziose, oro, argento, cristallo di rocca, diamanti e perle, e soprattutto degli smalti trattati con procedimenti particolari tali da conferire sfumature di colori meravigliosi e cangianti. Aperta nel 1842 a San Pietroburgo, l’azienda si ingrandì fino a contare quattro sedi in Russia e una a Londra con oltre 500 dipendenti per rispondere alle raffinate e altolocate committenze di tutta Europa. Con la Rivoluzione d’Ottobre, la famiglia Fabergé lasciò la Russia e Carl, ultimo dirigente della fabbrica di famiglia, morì a Losanna nel 1920. Oggi l’originaria Maison Fabergé di San Pietroburgo, dopo alterne vicende e passaggi di proprietà, ha ripreso la produzione delle Uova sui disegni originali trovati negli archivi di Stato. Questa mostra fa una summa del repertorio di oggetti decorativi e accessori di rappresentanza: dalle cornici per le sacre icone agli orologi, dai set da scrivania alle scatole da sigarette, alle fibbie, borsette e gioielli per signora.
L’evento espositivo della Venaria è anche l’occasione per rievocare i rapporti tra la corte dei Romanov e la corte dei Savoia, dalla visita del figlio e della nuora di Caterina la Grande, i cosiddetti “Conti del Nord” che nell’aprile del 1782 frequentarono proprio la Reggia di Venaria durante il loro famoso Gran Tour, fino al soggiorno dell’ultimo zar, Nicola II, in Piemonte, nell’aprile del 1910, quando venne ricevuto al Castello di Racconigi dalla corte e dai rappresentanti del governo italiano. Sono presentati, attraverso immagini fotografiche e apparati scenografici, i protagonisti del tempo e l’immenso territorio della grande madre Russia.
Non vi sembra già di vivere le sensazioni e gli umori di quei tempi, luoghi e personaggi? Se andrete alla Reggia di Venaria (entro il 9 novembre) sarete ancora più ammaliati dal sentimento sfarzoso a cavallo fra l’Otto e il Novecento.
 
Mostra Fabergé alla Venaria. Il gioielliere degli ultimi Zar
Visita alla mostra e alla reggia tutti i giorni dalle 9 alle 17.
Mercoledì, sabato e domenica fino alle 20 (il mercoledì sera solo su prenotazione, allo 011 4992333
Lunedì, a eccezioni di festivi che seguiranno l’orario domenicale, sempre chiusa.
Ingresso per la mostra e i giardini della reggia:
10 euro intero
8 euro ridotto per gruppi min. 12 persone, over 65 anni e convenzionati
4 euro per ragazzi 8-18 anni
Se invece vuoi visitare anche la Reggia e l’altra mostra “I quadri del Re”, i prezzi per ogni categoria, di cui sopra, raggiungono i 20, 15 e 8 euro, rispettivamente.
(di Azzurra Zaglio)

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