Le Pietà e le emozioni di Michelangelo si confrontano a Palazzo Reale

Dal 22 ottobre il Palazzo Reale di Milano ospita “Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi”. In mostra, le emozioni di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi

di Camilla Mantovani

Le Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi è la nuova mostra che, dal 22 ottobre all’8 gennaio 2023, porta a PalazzoReale i sentimenti del Buonarroti attraverso tre calchi storici delle sue “Pietà”. Promossa e prodotta dal comune di Milano-Cultura e organizzata da Palazzo Reale con la collaborazione del Castello Sforzesco, la mostra è cura di Giovanna Mori, Domenico Piraina e Claudio Salsi, che ne hanno svelato tutti i retroscena.

Cuore e dettagli della mostra

Dopo la mostra conclusa con successo al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, i tre calchi in gesso delle Pietà di Michelangelo giungono a Milano e si riuniscono in un allestimento firmato da Massimo Chimenti. Tre lunghi teli, possibile allusione al sudario di Cristo, si dispiegano per tutta l’altezza della sala e fanno da sfondo alle Pietà Vaticana, Bandini e Rondanini. In un gioco di luci e musiche, sui teli vengono proiettati dettagli delle sculture che, assieme ai calchi, permettono agli spettatori di ammirare, analizzare, riflettere, emozionarsi. 

In questo confronto a tre, solenne e drammatico, si può cogliere il senso religioso che Michelangelo scolpisce in diverse fasi della vita. Nel 1498 un Michelangelo appena ventenne realizza la Pietà Vaticana (di San Pietro della Città del Vaticano) con un’impronta classicista: una scultura dalla bellezza magniloquente e perfetta. Mentre la Pietà Bandini (di Santa Maria del Fiore a Firenze) e la Pietà Rondanini (del Castello Sforzesco di Milano) fanno parte della produzione dell’età matura dello scultore, che vede Michelangelo molto cambiato come uomo e come artista, in crisi al punto di voler abbandonare la scultura, sua ragione di vita fino ad allora.

Il sentimento che domina è diverso, lo stile è meno ridondante; quando Michelangelo scolpisce la Pietà Bandini, tra il 1547 ed il 1555, è già un uomo anziano che medita spesso sulla fede, sulla passione di Cristo e sulla sua prossima morte. La storia della Pietà di Santa Maria del Fiore è lunga e tormentata: il marmo, pieno di impurità e troppo duro, non permetteva a Michelangelo di completare l’opera, e condusse l’artista a rompere un arto del Cristo e, successivamente, a prendere a martellate la statua rompendola in più punti.

L’ultima Pietà è la Rondanini, a cui il Buonarroti lavora fino a poco prima di morire, lasciandola incompiuta. Nel “sublime non finito” dell’artista toscano si alternano quindi parti concluse a parti non lavorate affatto, in una composizione che – nelle parole di Luigi Serenthà – è capace di coinvolgerci “nel movimento inarrestabile del corpo del Cristo morto dentro il corpo della Madre”. Il percorso espositivo vuole mettere in scena il maturare dei sentimenti del maestro fiorentino. Lo stesso dramma, quello della morte e della Pietà, modella il marmo in maniere e sensibilità così diverse da denotare un artista immerso nel tempo e nel divenire dell’ispirazione.  

Sala delle Cariatidi, tutti i perché 

La scelta del luogo espositivo non è mai un caso, e la Sala delle Cariatidi ha molti “perché”. La mostra sulle Pietà di Michelangelo, infatti, è allestita nella sala più drammatica di Palazzo Reale, che custodisce una storia di magniloquenza, distruzione e restauro, come racconta il direttore del museo del Novecento Domenico Piraina. Prima del 1943, la Sala delle Cariatidi era la più grande sala da ballo d’Europa; simbolo della Milano dei lumi del Settecento, si vantava di essere la sala di rappresentanza: neoclassica, gaia e piena di vita.

Poi, i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale sgretolano la bellezza “mai fuori posto” della sala in un corpo distrutto e martoriato. Privata del superfluo, però, la Sala delle Cariatidi sembrava aver acquistato più verità. «Aveva perso equilibrio e misura di un quadro di David, per assumere un corpo disfatto di un Francis Bacon», sono le parole di Piraina. Con questo retroterra, l’evoluzione della sala diventa un gioco di parallelismi e rimandi con l’evoluzione espressiva di Michelangelo: dal neoclassicismo al “sublime non finito”.

La Pietà di Michelangelo. Tre calchi storici per la Sala delle Cariatidi ci aspetta a Palazzo Reale dal 22 ottobre all’8 gennaio 2023.

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