La libertà è la patria. Marc Chagall

 
Si è svolta il 16 settembre la conferenza stampa della mostra promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta (e organizzata) da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, Arthemisia Group e GAmm Giunti, dal titolo “Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985”.
L’esposizione sponsorizzata da M&G Investments, che sarà protagonista dal 17 settembre 2014 all’1 febbraio 2015, si articola in due sedi, il Palazzo Reale e il Museo Diocesano.
Curata da Claudia Zevi, con la collaborazione di Meret Meyer (nipote dell’artista), “la mostra continua la cavalcata del Novecento attraverso le monografiche che hanno inciso sul panorama artistico del secolo breve”, spiega il dott. Piraina. L’idea riproposta è quella di ricreare una sorta di manuale d’arte moderna visitabile e soprattutto potenziare Milano nel panorama delle città artistiche europee.
La mostra partecipa, infatti, a Milano Cuore d’Europa, al palinsesto culturale multidisciplinare dedicato all’identità europea della città, ricreata anche attraverso i principali esponenti e movimenti che hanno contribuito a costruirne la cittadinanza europea e la dimensione culturale.
“Marc Chagall era un cittadino apolide”, esordisce l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno, “si sentiva cioè in patria ovunque, purché vi fosse la libertà d’espressione”.
L’idea di ospitare la più grande retrospettiva mai dedicata a Marc Chagall, spiega la curatrice Zevi, nasce dalla riflessione sul fatto che Milano non aveva mai dedicato una mostra all’artista, e in questo era gemellata con Bruxelles (che ospiterà la mostra nel 2015 presso il Musees royaux des Beaux-Arts de Belgique, partner internazionale del Palazzo Reale fin dal principio dell’organizzazione). Collezioni private, opere mai esposte prime, tutto converge in questa retrospettiva, che per questo si “sdoppia” coinvolgendo il Museo Diocesano con “Chagall e la Bibbia”.
Il tema della mostra si concentra su una nuova interpretazione del linguaggio pittorico di Chagall, un artista che ha conosciuto tutte le espressioni artistiche novecentesche senza includersi in nessuna di esse. L’autorevolezza curatoriale che somma quantità e qualità, il progetto produttivo che vede impegnate varie forze, pubbliche e private, e che da Milano inizia per diffondersi; la collaborazione internazionale con Bruxelles; l’organicità dell’organizzazione; la mostra sarà tutto questo, e condurrà il visitatore in un viaggio il cui scopo è la riflessione sull’uomo attraverso la figura di Marc Chagall, della sua spiritualità, del dolore e dell’amore di cui il Cristo Crocifisso diventa simbolo nella sua arte, e che conferisce maggiore spessore alla sua vastissima produzione.
 
di (Giulia Ciattaglia)

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