In Bangladesh la Greencity del futuro

In Bangladesh un nuovo quartiere verde permetterà di abbattere le emissioni di anidride carbonica prodotta dagli edifici grazie ad un sistema di pareti vegetali, verde pensile e soprattutto attraverso un’attenta progettazione delle strutture in cui gli elementi arborei si  integrano perfettamente con l’involucro edilizio high tech garantendo contemporaneamente alta efficienza energetica ed elevati standard ambientali. Shabuj Pata (Green Leaf) si configura come un quartiere polifunzionale in cui 2.400 unità abitative saranno affiancate da  spazi commerciali, luoghi di preghiera, scuole, uffici, centri congressi, strutture sportive e aree verdi attrezzate. L’obiettivo dei tre studi canadesi vincitori del concorso (JCI Architects, JET Architects e Terraplan Landscape Architects) è garantire ampia accessibilità al  quartiere ma annullare le emissioni nocive e prevenire il congestionamento delle arterie urbane: conseguenzialmente, l’accesso  all’area sarà consentito solamente tramite un’efficiente rete di trasporto pubblico che servirà capillarmente ogni settore garantendo una dimensione pedonale del contesto urbano. Viali alberati, parchi pubblici, verde attrezzato permeeranno trasversalmente spazi comuni, superfici interstiziali e aree ad alta frequentazione migliorando sensibilmente la vivibilità della zona. In un clima particolarmente esposto alla formazione di cappe e isole di calore favorite dalla notevole umidità dell’aria unita alle alte temperature, il progetto deve confrontarsi con le peculiarità dell’ambiente tropicale tentando di abbassare la temperatura esterna, riducendo l’elevata umidità dell’aria ed evitando la diffusione di emissioni tossiche nell’ambiente: la vegetazione, inserita seguendo il modello di città giardino, appare dunque la soluzione più naturale e al contempo più efficace per impedire la formazione di aria stagnante, garantire un efficace ombreggiamento estivo, ostacolare la formazione di inquinamento e contrastare il fenomeno erosivo superficiale dato dalle abbondanti  piogge. Interessante il sistema di trattamento dell’acqua piovana che attraverso un sistema di stoccaggio, filtraggio e depurazione permette di reimmettere la stessa in rete ed utilizzarla per scopi non potabili riducendo gli sprechi. La costruzione del quartiere dovrebbe iniziare quest’anno e concludersi nel 2015.

Elisabetta Zorzi

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