Che C.I.R.C.U.S. Marcello Maloberti

 
C.I.R.C.U.S. di Marcello Maloberti non è solo un’installazione. È una performance, un luogo, un evento, una magia: prende vita grazie a 4 autoradio accese, 200 specchietti, un tendone da bancarella e il pubblico che diventa performer, in un sinuoso crescendo di caos e tribale ritmo metropolitano.
La galleria Raffaella Cortese ha presentato, all’ultima edizione del Miart, uno stand monografico dedicato all’artista, selezionato per rappresentare lʼItalia alla prossima Biennale di Venezia nella mostra Vice-Versa , curata da Bartolomeo Pietromarchi.
Eccoci quindi a ripercorrere la realtà di C.I.R.C.U.S. attraverso i punti fondamentali che l’hanno reso un evento simbolo di memoria ed esperienza collettiva.
Maloberti  ha scelto di esporre nello stand di Miart 2013 degli scatti legati ad alcuni luoghi in cui è stato realizzato C.I.R.C.U.S., dalla sua prima versione del 2003 a Imola, passando da Venezia (2004) e Palermo (2007), fino alla sua recente, ma non ultima, installazione francese di Vitry, realizzata in collaborazione con il centro d’arte contemporanea MAC VAL, nel 2012. Un viaggio virtuale, allestito all’interno di un ottagono, una giostra affascinate e iperbolica.
Nel lavoro di Maloberti troviamo la ricerca ossessiva dell’energia primordiale dell’uomo, filtrata attraverso il dinamismo e l’entropia dell’esperienza pubblica, condivisa. Il dogma dell’opera che rincorre l’armonia e il bello assoluto è superato, così come la centralità dell’artista come esecutore e filtro catalizzatore degli stimoli che la società riversa sulla collettività. Il pubblico è parte integrante del processo, creatore e osservatore, co-autore di una sinfonia di suoni e colori in cui il tutto è maggiore della somma delle sue parti. Grazie alla dirompente vitalità dell’opera, ritroviamo gli scenari dimenticati della danza come esperienza di comunione, del ritrovo sociale, della forza generatrice dell’uomo che nell’unione con la sua comunità ritrova il senso di se stesso. E non importa che da ciò scaturisca il frastuono di mille voci della moltitudine: per l’artista la vita è ricerca, nomadismo e desiderio di trovare forma compiuta nella difforme quotidianità del vivere.
C.I.R.C.U.S., come spiega bene Stefano Chiodi nel catalogo BLITZ (edizione quodlibet 2012), “è una creazione effimera, notturna, una fantasmagoria improvvisata con mezzi poveri: «Lʼavevo pensata una sorta di piccolo luna park, un luogo un po’ curioso, legato alla città – dice Maloberti – con una forma che cambiava seguendo il tempo, la vita che scorre attorno, con le persone che arrivavano e si mettevano a ballare spontaneamente». Ed è certo anche un sottile spostamento di visuale grazie al quale elementi familiari si ricompongono in una sorta di paesaggio magico e quotidiano che fa pensare alle giostre […], uno spazio di festa temporaneamente sottratto alle consuetudini sociali: jouissance come riappropriazione collettiva di un vuoto”.
C.I.R.C.U.S coglie in maniera significativa il quid che trasforma la vita in arte e l’arte in vita, mescolando le carte e ricordandoci che il viaggio dell’essere umano si gioca sulle linee parallele, vicine ma mai contingenti, dell’identificazione e dello straniamento.
 
Marcello Maloberti nasce a Codogno (Lodi) nel 1966, attualmente vive e lavora tra Milano e New York. I suoi lavori rivolgono alla realtà contemporanea uno sguardo anticonvenzionale, animato da empatia, umorismo e ironia. Le performance e le installazioni coinvolgono in modo imprevedibile lo scenario urbano, riattivando situazioni e comportamenti quotidiani e ibridandoli con la memoria personale e lʼimmaginario collettivo. Tra le mostre personali si ricordano quelle presso il MACRO di Roma (2012), la Generali Foundation di Vienna (2010) e la GAMeC di Bergamo (2009). Ha partecipato a numerose collettive in importanti spazi pubblici e privati, come il Museo dʼArte Moderna di Lubiana (2011), la Royal Academy of Arts di Londra (2010), il CAC di Bretigny (2011), il Mac/Val di Vitry (2012), la Kunstevrein di Francoforte (2012), la Collection Yvon Lambert (2005), il Museion di Bolzano (2010) e la Triennale di Milano (2008 e 2012). Da segnalare la partecipazione a: Copenhagen Art Festival del 2012, Nuit Blanche di Parigi del 2011 e la rassegna Performa di New York del 2009. In attesa anticipiamo la partecipazione alla 55ma Biennale di Venezia presso il Padiglione Italia, 2013.

Galleria Raffaella Cortese
Via A. Stradella 7 – 20129 Milano
02 2043555 – info@galleriaraffaellacortese.com
 
(di Roberta Donato)

 

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