Bosch & l’Altro Rinascimento in mostra a Palazzo Reale

Palazzo Reale mette in scena un vero e proprio palcoscenico a più voci del contesto fiammingo e non, con una ricca attività espositiva

di Camilla Prampolini

In apertura oggi a Palazzo Reale la nuova mostra dedicata all’arte del noto pittore fiammingo Hieronymus Bosch e a tutti i suoi allievi e adepti che hanno preso spunto dalla fantastica mente di questo artista cinquecentino. In esposizione 100 pezzi che comprendono dipinti rari e autografi, e altre opere quali arazzi, sculture, libri preziosi, incisioni e bronzetti provenienti dalla Wunderkammer e mai stati prima in un unico percorso espositivo. 

Questa mostra presenta una doppia finalità: far conoscere al pubblico milanese l’artista fiammingo Bosch, iscrivendolo in tre parole fondamentali: mostriciattoli, incendi e visioni oniriche, ma anche spiegare come attraverso un linguaggio alternativo egli sia diventato un esempio capitale di un altro Rinascimento, basato sulla fantasia e sulla curiosità. Bosch è unico e straordinariamente seducente grazie al suo linguaggio fatto di visioni, di mondi che evocano ogni genere creature e viaggi fantastici. 

Quella di Palazzo Reale a Milano non è una mostra monografica in sé, bensì un vero e proprio palcoscenico a più voci del contesto fiammingo e non, con una ricca attività espositiva. Si tratta di un complesso articolato di opere che dialoga a livello internazionale. La storia dell’arte non è fatta per trattare un numero di opere definite o coinvolgere un numero prestabilito di specialisti, e questa mostra ne è l’esempio perfetto: Italia, Spagna e Olanda si incontrano in un unico tavolo per curare questa esposizione, coinvolgendo artisti di tutto il contesto europeo. Parliamo di storici dell’arte del calibro di Bernard Aikema, docente di storia dell’arte moderna presso l’Università di Verona, il professor Fernando Checa Cremades da Madrid, e il direttore del castello Sforzesco Musei Storici e Musei Archeologici, nonché docente di storia dell’incisione presso l’Università Cattolica di Milano, Claudio Salsi

Proprio per la fragilità e l’unicità delle opere proposte all’interno di questa mostra,  alcune di esse dovranno rientrare nelle loro sedi museali prima della chiusura dell’esposizione meneghina (segnata per il 12 marzo 2023), indicativamente dando come scadenza il 12 febbraio e il 29 gennaio per tutto ciò che proviene da dal Museo Lázaro di Madrid o dagli Uffizi di Firenze. 

Fatevi rapire dalle maschere e dai demoni nelle sale, che altro non fanno se non rappresentare ciò che si cela dietro ognuno di noi.

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