Ispirazione Art Déco per la collezione senza tempo di Boucheron

“A History of Style, Art Déco”: l’Alta Gioielleria firmata Boucheron. Una dichiarazione di stile genderless e multiwear

“A History of Style, Art Déco”: l’Alta Gioielleria firmata Boucheron. Una dichiarazione di stile genderless e multiwear

Boucheron si immerge negli sfavillanti anni dell’Art Déco prendendo ispirazione dagli archivi della Maison. Come se non fossero già abbastanza iconici, i modelli spolverati dagli archivi vengono sottoposti alla vena creativa di Claire Choisne, che si assicura di rinnovarli e renderli senza tempo e all’avanguardia. Tutta l’opulenza e la ricchezza di stile proprie dell’Art Déco rivivono nei gioielli esclusivi della collezione di Alta Gioielleria. È necessario fare riferimento alla società de “i ruggenti anni ‘20” per capire a pieno lo stile di quell’epoca, la frenesia e l’energia derivanti dalla fine della guerra. Boucheron, ispirandosi alla semplicità delle linee e all’eleganza degli abiti maschili che le donne parigine indossavano all’epoca, crea gioielli che, per la loro ricercatezza e brillantezza, risaltano e illuminano la femminilità, quella che non si vede all’apparenza, ma traspare dall’atteggiamento.

Ecco quindi un succedersi di materiali preziosi ed energici, colori basici ma mai banali: l’eleganza del classico bianco e nero è accompagnata dalla vitalità e delicatezza del verde smeraldo. È una collezione d’impatto, in cui storia e contemporaneità si fondono perfettamente. D’altronde, il salto nel passato è percepibile nelle forme classiche e simmetriche dei gioielli, semplicemente perfette, ma Boucheron rimane con un piede ben saldo nel presente, come dimostra la scelta dei gioielli multiwear e genderless. Sono tanti gli esempi: il Ruban Diamants, ovvero una treccia di oro bianco utilizzabile come cintura da uomo su smoking, cerchietto, o addirittura collarino da donna; un papillon in diamanti diventa, all’occorrenza, una spilla da smoking, un fermaglio per acconciature o, ancora, un anello. Insomma, l’unico limite alle possibilità di impiego di questi gioielli è rappresentato dall’immaginazione.

Un salto temporale nei ruggenti anni ‘20 dell’Art Déco

L’Art Déco è stata testimone dell’inizio dell’emancipazione delle donne. Con gli uomini al fronte, durante la Prima Guerra Mondiale, le donne svolgevano qualsiasi tipo di lavoro, non erano più solo casalinghe. Ci pensa Paul Poiret a liberarle da inutili crinoline e fastidiosi busti. Finalmente possono vestirsi in modo funzionale, possono andare in bicicletta, possono lavorare. Come? Con abiti maschili, non a caso. La “donna garçonne” spopola: taglio di capelli corto, abiti dritti a nascondere le forme, ma atteggiamento fiero. La femminilità traspare solo dai gioielli che indossa. Come Chanel insegna, l’eleganza sta nella semplicità degli abiti e nella ricchezza dei gioielli, nel suo caso fili di perle e bigiotteria, per Boucheron gioielli preziosissimi e assolutamente autentici. La Maison francese rievoca così gli anni in cui le donne rubavano gli accessori dai guardaroba dei mariti, per affermare il proprio stile e una nuova femminilità.

La cravatta, capo maschile per eccellenza, viene ripensata in forma di gioiello in Cravate Émeraude, una collana in oro bianco chiusa da una spilla removibile realizzata con uno smeraldo zambiano da 8,02 carati su un pavé di diamanti. Indossabile come cravatta o collana, lo smeraldo stesso diventa removibile e opponibile su un altro gioiello. Lo stesso pensiero si nasconde dietro a Lavallière Diamants, altro pezzo che ricorda la cravatta, indossabile come collana, collarino o fermacravatta, oppure si può scomporre a ottenere degli anelli. La designer non si limita a rievocare l’Art Déco, ne celebra anche il contesto parigino. Con l’impiego di 28 smeraldi, per un totale di 24,59 carati, il Col Emeraudes rievoca la maestosità di Place Vendôme, grazie al design che ne richiama la forma e il motivo a ciottoli.

di Alessia Mandelli

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