Intervista a Richard Orlinski – Il Creatore del Mito Pop «Kong»

Richard Orlinski ci racconta in questa intervista i suoi ultimi progetti, che coinvolgeranno anche la città di Milano con l’esposizione "The Wild Odyssey"

di Camilla Prampolini

Artista contemporaneo francese, famoso in tutto il mondo e amato dalle star, Richard Orlinski è celebre per le sue opere d’arte ispirate alla natura e agli animali selvatici, nonché proprio per le sue sculture d’arte pop esposte in numerose città. Le sue sculture di animali selvaggi come gorilla, tigri e squali sono diventate particolarmente famose per il loro realismo e la loro interpretazione moderna.

Una delle sue opere più conosciute è il Wild Kong, una scultura di un gorilla alto più di 3 metri realizzata in resina e fibra di vetro. Orlinski ha creato opere che fondono l’arte pop con l’iconografia classica, come la serie Born Wild, che presenta animali quali leoni ed elefanti dipinti con colori vivaci dall’estetica pop.

Incontriamo il designer parigino, che ci racconta dei suoi ultimi progetti – che coinvolgeranno anche la città di Milano dal 21 marzo al 20 aprile 2024 con l’esposizione «The Wild Odyssey» ( presso la galleria Deodato) – e ci svela cosa ha in serbo per noi per i suoi vent’anni di carriera. 

Il 2024 sarà un anno molto importante per lei: vent’anni di carriera e una possibile collaborazione con i Giochi Olimpici di Parigi. Che cosa può rivelarci di questi due eventi? Quali sono le sorprese che ha in serbo per noi?

Abbiamo un protocollo segreto e a sorpresa per i nostri fan e per tutti quanti, per quel che riguarda gli eventi dei giochi olimpici; posso solo anticiparvi che saremo presenti in numerose città della Francia, il resto…lo scoprirete!

Ci parli della collaborazione tra Hublot e Orlinski, ma soprattutto, avete mai pensato di creare una vostra linea di orologeria o gioielli?

Ormai sono quasi più di otto anni che collaboro con la maison svizzera Hublot, siamo una grande famiglia, tutte le nostre collezioni sono dei grandi successi che raggiungono subito il sold-out. È un matrimonio interessante, che funziona molto bene: ho la possibilità di esprimermi in maniera libera e di creare senza limitazioni, una carta bianca molto apprezzabile. Per quanto concerne l’ipotesi della creazione di una mia linea di gioielli o di orologi, sono stato contattato da alcune maison, però non c’è un progetto vero e proprio con delle collezioni definite; mi sono dilettato a creare qualche gioiello in autonomia, ma è ancora troppo presto per parlarne.

Eventi, performance, esposizioni in tutto il mondo: lei viene definito come il creatore delle star. Che cosa la lega alla città di Parigi? Ci sono dei luoghi in questa città che ispirano la sua energia creativa?

Parigi è la città dove sono nato, sono parigino e sono cresciuto nella Ville Lumière, una città culturalmente ricca, con molte forme d’arte che si mescolano. In generale è una vera capitale artistica molto interessante da vivere! I luoghi che mi ispirano sono numerosi, partendo da Montmartre e raggiungendo tutti quei posti che ti fanno rivivere la Parigi storica. Anche gli odori di questa città sono molto forti; del resto è una delle città più belle al mondo!

Se si dovesse identificare in un animale della sua collezione, quale sarebbe?

La risposta è molto facile, il Kong ovviamente! È un animale straordinario, che assomiglia all’uomo, trattato anche in numerosi film, come il celebre King Kong; questo animale rappresenta la forza e l’intelligenza della natura, e non deve essere visto come un mostro nel senso negativo, bensì va interpretato nella chiave più positiva possibile. Una vera e propria forza che si sprigiona.

Ha dei consigli da dare ai giovani designer che iniziano la carriera in questo mondo?

Il primo consiglio che voglio dare, molto importante, è quello di credere in se stessi. Un altro aspetto fondamentale è quello di sapersi mettere in discussione, saper ascoltare gli altri per permettere a se stessi e al proprio processo creativo di evolversi, e di conseguenza ascoltare le critiche rendendole costruttive per il proprio lavoro. L’ultimo consiglio, ma non per questo meno importante, è quello di lavorare sempre. Perché senza un duro lavoro non si arriva da nessuna parte: bisogna metterci virtù per comunicare alle nuove generazioni!

Termina così l’intervista ad un artista poliedrico, molto disponibile e soprattutto estremamente talentuoso; dietro ogni sua opera, che non si limita ad essere un semplice oggetto “esteticamente bello”, c’è sempre un messaggio da interpretare. Non resta che partecipare alla sua esposizione «The Wild Odyssey» dal 21 marzo  al 20 aprile a Milano.

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