Indipendenza, femminilità e talento: intervista ad Euridice Axen

Intervista

Indipendente, femminile e talentuosa sono le caratteristiche che saltano all’occhio quando ci si trova a chiacchierare con Euridice Axen. L’attrice ha mosso i primi passi nel mondo della recitazione debuttando a teatro nel 2006, protagonista in “Memorie dal sottosuolo” di Fedor Dostoevskij, opera che l’ha forgiata come professionista. La sua carriera viene lanciata dapprima con le serie televisive: debutta con “CentoVetrine”, è protagonista della serie “RIS – Delitti imperfetti”, recita in “Le tre rose di Eva” e “l’Ispettore Coliandro” e prende parte come guest alla serie “The young Pope” di Paolo Sorrentino. Il mondo del cinema la premia con riconoscimenti importanti, tanto che diventa attrice protagonista in film celebri come “Loro” di Paolo Sorrentino, “Bene ma non benissimo” di Francesco Mandelli e “Nati due volte” di Pierluigi Di Lallo. Nonostante la carriera entusiasmante, Euridice ci parla della sua vita che “non è doppia”, tiene a specificare.

Hai debuttato con il teatro, sei passata per la televisione con ruoli in diverse fiction e hai ottenuto popolarità a livello cinematografico grazie al ruolo di Tamara in Loro di Sorrentino. Hai ricevuto molti apprezzamenti, ottenendo poi il premio Guglielmo Biraghi al Nastro d’argento, e l’anno seguente ti è stato conferito il Filming Italy Best Movie Award come attrice rivelazione durante la Mostra del Cinema di Venezia. Che scalata. Come ti sei avvicinata al mondo della recitazione e qual è stato il tuo percorso?

Volevo fare questo mestiere fin da bambina, da quando ho preso coscienza di chi fossi. Quando avevo 4-5 anni ripetevo ai miei genitori “Io farò l’attrice, io farò l’attrice”. Ricordo che loro mi rispondevano: “sì certo, però prima studia”. Così ho fatto il liceo classico, mi sono iscritta all’università, e nel mentre facevo provini su provini. A 22 anni ho lasciato tutto per perseguire i primi lavori che mi venivano offerti. Non ho mai davvero studiato recitazione, ho imparato dai grandi professionisti con cui ho lavorato. Certo, ho fatto lezioni di dizione, qualche seminario e corso di formazione, ma la mia più grande scuola è stata prendere parte all’opera teatrale “Memorie dal sottosuolo” diretto da  Gabriele Lavia. È stato forse un caso? No, il caso non esiste. Il teatro mi ha insegnato tantissimo, tante cose che lì per lì non avevo capito, mentre adesso le ho capite.

Parlando di Teatro, recentemente sei stata in scena nei panni di Moana Pozzi al Napoli Teatro Festival Italia, nell’opera scritta da Ruggero Cappuccio. Il dialogo tra la pornodiva e l’uomo è intenso, serrato e seduttivo. Recitare la parte di personaggi così discussi ti fa sentire più in empatia con loro? 

Moana è un personaggio che io non ho mai messo in discussione perché mi ha sempre suscitato una grande simpatia. Guardavo con piacere le sue interviste. La reputo una persona molto intelligente, arguta, con una grande dialettica, ironica…sono sempre stata attratta da Moana. Sempre per la serie “il caso non esiste”, avevo espresso tra le mura di casa mia il desiderio silenzioso di interpretare Moana, e mi è capitato di ricevere la chiamata dove mi veniva proposto il ruolo esattamente due settimane dopo. Le coincidenze non esistono!

Parlando di figure femminili invece, nella tua carriera hai personificato ruoli di donne diversissime tra loro; cosa accade quando entri nella pelle di una persona che nella vita non apprezzeresti? 

Te lo fai piacere. L’errore più grande è giudicare chi interpreti, il giudizio è fuori discussione quando sei un’attrice, a meno che non interpreti il ruolo di una persona che fa un’ammenda, allora lì si che puoi essere severa con te stessa. Per il resto, interpretare i cattivi è assolutamente divertente.

Ti sei mai veramente innamorata di una personalità che hai interpretato?

Mi è piaciuto tantissimo interpretare Lucia Brancato nella serie R.I.S. – Delitti imperfetti, perché è una donna umana, decisa, con grande polso, coraggiosa. Del personaggio che ho interpretato avrei voluto avere il sangue freddo, che nella vita proprio non mi appartiene.

Porti con te il nome di un personaggio della mitologia greca: l’Euridice di Ovidio. C’è una ragione per cui la tua famiglia ha scelto di darti un nome così evocativo?

In realtà è molto più banale di quello che sembra. Mia madre da giovane ha interpretato Euridice nel film “Orfeo 9”, e ha deciso di chiamarmi così.

Hai piena gestione dei tuoi profili social, che, si sa, al giorno d’oggi è simbolo di autenticità e trasparenza. Pubblichi tutto: quello che fai, quello che pensi, i luoghi che frequenti. Come vivi la tua posizione da personaggio pubblico?

A volte mi dimentico di esserlo! Dico quello che penso in modo autentico senza preoccuparmi di chi può leggerlo o di offendere qualcuno. E non credere sia coraggio, è incoscienza. Certo, se offendo qualcuno poi chiedo scusa, ma non vivo pensando “se dico questo chi potrebbe risentirsene?”. Alla fine è talmente tutto breve e privo di senso che non ha senso vivere non essendo se stessi.

Come gestisci l’Euridice da riflettori e l’Euridice “negata all’arte del leccaculismo” (come citi su nella tua Bio di instagram) ?

Ho più difficoltà, perché la mia non è una doppia vita. Magari essendo sempre me stessa finisco per fare un lavoro in meno, ma almeno sono vera. Me ne assumo la responsabilità.

Com’è la relazione tra colleghi sul set? Hai incontrato qualcuno che valesse la pena portarsi dietro nella vita come persona?

In questo sono proprio un’attrice. Costruisco ottimi rapporti con i colleghi sul set, però finisce quasi sempre lì. Ogni volta che incontro qualcuno con cui ho un ottimo feeling penso “questa volta non sarà così”, ma alla fine i rapporti rimangono sempre sospesi tra cene che non si organizzano mai e chiamate che dopo un po’ non si fanno più. Io ho pochissimi amici, si contano davvero sulle dita, un po’ come Moana. Le altre sono frequentazioni bellissime, ma niente di così duraturo.

Come ti vedi in un futuro prossimo?

Nel futuro prossimo mi vedo indipendente. Ho dei progetti molto belli, sto facendo la valigia e sono felice perché mi piace molto quello che devo andare a fare. Partirà una tournée dove porteremo Moana in giro per l’Italia, quindi sarò impegnata per alcuni mesi.

Cosa diresti all’Euridice di qualche anno fa? 

Direi soltanto: “Lo vedi ?”

 

Un ringraziamento speciale ad Euridice Axen, augurandole il meglio per tutti i suoi progetti futuri!

 

di Martina Tronconi

2 Comments

  1. Una grande professionista e un grande talento Euridice @euridiceaxen e una umile e ragazza speciale ha lavorato con il maestro Gabriele lavia

    • Hai proprio ragione Maria, Euridice è una ragazza e un’attrice speciale. Orgoglio italiano. Grazie mille Maria!

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