Urban Nature da Hermès Maison

Hermès Maison quest’anno invade letteralmente la città di Milano: tracciati dai colori della maison del foulard, lo showroom di Via Pisoni, lo store in Via Montenapoleone, che si avvale della collaborazione con lo scultore Markus Hofer, e ancora, Brera, Via della Spiga, La Triennale e infine lo spazio presso il Museo della Permanente. 

Quest’ultimo, progettato dal direttore artistico Charlotte Macaux insieme al curatore Alexis Fabry, ci conduce in un villaggio immaginario, un deserto urbano dove le abitazioni sono degli igloo costituiti interamente da piccole piastrelle monocolore, e come se potessimo invadere l’intimità di una casa, con le sue fessure per porte e finestre, ne troviamo gli utensili, ovvero la nuova Collezione Casa 2018/2019. 

Come in un salto nel passato, le porcellane Périmètre, vasi cilindrici di varie altezze e vassoi squadrati o tondi dai bordi sottili, evocano forme minimali, ma con i disegni di mattoni, persiane e palizzate ci riportano al moderno paesaggio urbano. Naturale e moderno anche nei motivi a quadri e ramoscelli nei colori dell’arancio, verde, blu e oro delle porcellane Walk in a Garden, disegnate dall’artista Nigel Peake. 

Più essenziali sono gli svuota tasche Pli’h, ottenuti da un foglio di cuoio sezionato e pinzato per ottenere la forma desiderata; ancora in cuoio, uno dei due mobili di servizio Èquipages d’Hermès. Insieme ai pellami, a rimandare al mondo dell’equitazione ci pensano Gli oggetti degli oggetti, un busto porta collane ricorda lo strumento per regolare la bardatura dei cavalli, attrezzo utilizzato da Èmile Hermès. 

Tratte invece dal guardaroba delle cravatte e dei carré sono le varianti colori dei vassoi e svuota tasche Tibicolor, le Scatole Tangram dai toni caldi e le tovagliette e sottobicchieri Toutenpapier. Infine, nuovissime le stampe per la collezione dei Plaid, dei tessuti d’arredamento, e carte da parati cha spaziano dalla più floreale – ma monocromatica – alle geometrie seriali ideate dagli artisti Gianpaolo Pagni, Annie Faivre, Julie Abadie e Nigel Peake. 

 

di Pamela Romano 

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