Il revival anni Novanta e la moda maschile

Chi negli anni Novanta era una ragazzina sognante, probabilmente avrà dato il primo bacio a un adolescente con capelli a scodella e riga centrale. Se oltre a questo, il giovane in questione sfoggiava anche una decolorazione audace e una felpa legata in vita, di sicuro godeva dell’invidia del pubblico maschile – e di tutta la gioia di quello femminile – per le evidenti somiglianze con Nick Carter dei Backstreet Boys.

Ebbene, per tutte le nostalgiche, i Nineties sono tornati! Le conseguenze sulla moda femminile sono ormai chiare anche ai meno attenti, dato che choker e crop top sono ormai una sorta di divisa. Ma il revival dei favolosi anni Novanta ha travolto anche la moda maschile. Nell’attesa di scoprire come si evolverà questo trend, facciamo un piccolo riassunto di quello che è successo finora. Con esiti talvolta brillanti, e spesso discutibili.

Sulle passerelle da dove tutto parte – vale a dire le strade delle grandi città – la sfrontatezza dei capelli decolorati flirta con giacconi extralarge, jeans strappati e strati di denim. Trickle up, trickle down. Si sono lasciati ispirare dal total-look in denim non soltanto i marchi di streetwear come Off-White, ma anche Valentino in formato jumpsuit e Balmain con giacche, bluse e pantaloni stratificati. Particolarmente interessante è la proposta di Berluti, che con il suo completo da uomo in denim determina un’evoluzione del concetto di total-look, che non coinvolge più soltanto il tessuto, ma anche la forma.

Il capo più abusato, però, è sicuramente il bomber. Il giubbino Adidas che col suo fascino da ghetto britannico ha conquistato i giovani dopo Trainspotting e gli Oasis, è tornato a calcare le passerelle, e in tutte le declinazioni. E’ presente letteralmente ovunque: da Dries Van Noten, decorato con patchwork militari, da Valentino, con stampe a tema jungle, e ancora, dalla versione minimal e slim-fit di Hèrmes al trapuntato di Maison Martin Margiela, da Haider Ackermann in tessuti metallici, alla versione in color blocking di Tommy Hilfiger.

Ma non è finita qui. Nuovamente in auge sono infatti la logo-mania e le stampe da skater, come nel caso della felpa con il logo di MTV firmata Marc Jacobs, gli scheletri verde fluo sui maxi-pull del già citato Off-White, e il mix caotico di stampe colorate in stile basketball sulle felpe di Philipp Plein. Si oppone alle esplosioni di monogrammi e colori primari proprio lui, Giorgio Armani, con un look rilassato in cui – fra le varie tonalità di grigi e azzurri Microsoft – trionfa il ritratto in stile Adobe Stock di un Giorgio radioso, quasi divino, stampato al centro della maglia in una sorta di grafismo puntinista dalle suggestioni pop. Amen.

Vince la corsa all’indietro in direzione Nineties Palm Angels, il brand d’ispirazione skate culture fondato due anni fa da Francesco Ragazzi, Direttore Creativo di Moncler: non manca davvero nulla nella sua collezione P/E 2017, dal cappello beige alla pescatora decorato da imprecazioni ricamate in caps lock – per la precisione, si tratta di citazioni degli intagli personalizzati sugli accendini dei soldati in Vietnam (“If You Are Recovering My Body Fuck You”) – alle tute da ginnastica in acetato, dalle maxi t-shirt stampate alle salopette, dai bomber onnipresenti ai total-look militari, per dare voce alla propria voglia di conflitto con lo stile.

Tocco di classe, il logo a forma di foglia di Marjuana ricamato sulle tute da ginnastica. Da Hollywood a Hollyweed passando per “Beverly Hills 90210”, proprio come nello scherzo di Capodanno che ha cambiato il look alle colline di Los Angeles.

di Eleonora Garofalo

Lascia un commento

Your email address will not be published.