Moda a supporto dell’Arte

Moda

Che la moda sia un’arte oppure no rimarrà un dilemma su cui vigeranno sempre pareri discordanti. Eppure, mai come prima, oggi è la Moda a supportare l’Arte. Come nuovi mecenati, le grandi griffe dell’alta moda, negli ultimi anni hanno approfittato, nel miglior senso del termine, della bellezza di vari siti artistici.

Il mecenatismo nella moda

Tralasciando le storiche influenze come Schiaparelli e Dalì, Yves Saint Laurent e Mondrian, McQueen e Hirst. Connubi dove era lo stilista a cogliere il messaggio dell’artista e farlo proprio; ad oggi è il brand a supportare l’arte. Ma come? Per esempio, mettendo a disposizione il proprio flagship store di Dover Street a Londra come Victoria Beckham. Che in collaborazione con Sotheby’s, nel 2018 ha esposto la loro asta dedicata alle opere dei Maestri del Rinascimento e della Golden Age olandese e del XVIII secolo britannico. Che risulti strano l’interesse per l’arte dalla posh spice è lecito, ma è certamente un’astuta mossa di marketing che giova ad entrambe le parti.

Advertising e Arte

Non da meno, sia in termini di supporto economico che divulgativo, quello delle campagne pubblicitarie. Di grande impatto le collaborazioni firmate Gucci e Alessandro Michele. A partire da Guccigram, alla ricerca di talenti digital attraverso Instagram, per dare il via a GucciArtWall insieme all’artista spagnolo Ignasi Monreal. Un mix di arte fiamminga, surrealismo e glamour che ancora oggi tinge le mura di New York, Milano e Hong Kong. Tra queste, nel 2018, memorabile per irriverenza come solo Maurizio Cattelan sa fare, il manifesto della sua mostra, che Gucci ha promosso. The artist is present, non la performance di Marina Abramovic, bensì quella del Museo Yuz di Shanghai, dove insieme ad artisti internazionali si esponevano opere con filo conduttore il falso. Tutto copiato, a partire dal nome, invitando a riflettere sull’infinita riproduzione delle immagini sui nostri schermi e la veridicità di esse.

Marina Abramovic e la moda

Ha a che fare con la già citata artista, madre della performance, la notizia apparsa su tutti i giornali di pochi giorni fa: Ulay è morto. L’artista tedesco, alla nascita Frank Uwe Laysiepen, noto per i 12 anni trascorsi a fianco di Marina Abramovic. Una storia, la loro, d’arte che diventa amore e di amore che diventa tormento e denunce di diritti d’autore, che ha avuto il suo culmine nel 2010. Emozionando milioni di telespettatori, dal vivo e on line, grazie a Youtube, con il loro incontro inaspettato durante la performance The artist is present. Nella quale l’artista sedette 700 ore su una sedia, accogliendo col proprio sguardo ogni visitatore, suscitando ogni tipo di emozione. Quando a sedersi fu Ulay,  Abramovic non riuscì a trattenere un pianto e stringergli le mani. È con la morte di Ulay che si chiude un’epoca della storia dell’arte contemporanea e dell’arte di Marina Abramovic.

Amante della moda e amica dello stilista Riccardo Tisci, ha figurato su innumerevoli copertine e collaborato con vari brand. Nel 2014 con Adidas, reinterpretando una sua stessa performance del 1978, Work Relation, in occasione della Coppa Mondo Fifa 2014. Portando avanti il messaggio dell’importanza della cooperazione e del lavoro di squadra. È nel 2015 invece, con Riccardo Tisci per Givenchy, che porta un messaggio di umanità, fratellanza e spiritualità durante la sfilata SS16 della NYFW. Attraverso l’allestimento da lei realizzato e i riti simbolici svolti da performers che richiamavano le usanze delle svariate religioni nel mondo.

Il Cretto di Burri protagonista

Questo quel che è stato, mentre quel che sarà è sotto il nome di Hermès, che ha scelto il museo en plein air di Gibellina. La cittadina trapanese, colpita dal terremoto del Belice del 1968, sarà il set della campagna pubblicitaria della linea di accessori Hermès Silk. Ricoperta di cemento per volere dell’artista Alberto Burri negli anni Ottanta, la parte vecchia della città, completamente distrutta, tiene vivo il ricordo della devastazione. Una devastazione superata, che chiede la sua rivincita affascinando chi come già Bottega Veneta, nella campagna FW16.

Che moda e arte possano venirsi incontro sempre!

 

di Pamela Romano

Lascia un commento

Your email address will not be published.