Il bon ton di Burberry conquista Londra

Burberry Prorsum chiude con maestria la settimana della moda inglese. Bianco, mantelline, effetti caramella e dettagli haute couture per Christopher Bailey, stilista della storica maison britannica che impone uno dei trend indiscussi della London Fashion Week : il nuovo bon ton che, insieme alla scelta per il tridimensionale sposata da Christopher Kane, sono in perfetto allineamento con i dettami moda che arrivano da NY.
In linea anche Daks: purezza e perfezione delle linee e palette a 3 colori: bianco, marrone e nero. Questa la cifra stilistica della designer del brand, Sheila McKain-Waid. Tendenze simili dunque: il linguaggio della moda è universale.

Ognuno, però, ha le proprie nuove scommesse e in suolo anglosassone fari puntati su Mary Katranzou, stilista greca con base a Londra. Orignale, mai scontata, sempre sorprendente, la forza espressiva della sua passerella ha catalizzato l’attenzione di media, buyer e pubblico. Conosciuta per il modo in cui tratta disegni e stampe , per la prossima primavera estate la designer si è dedicata ai francobolli e a tutte quelle fotografie di paesaggi banali e iconografici tipici della filatelia.

Stampe, colore e 3D anche da Paul Smith: effetti bicolore su camicie e abiti per dare più forza al rigore dei completi maschili. Tie&dye da House of Holland: tinte sfumate che si accostano ai boccioli di fiore e ai toni forti. Anche Matthew Williamson accelera sulla parte più folcloristica, aggiungendo specchietti e ricami etnici. Richiami tribali da Mario Schwab che mescola pizzi e plissé a un look che guarda alle linee dure dell’arte primitiva.

I cammei più attesi della LFW sono Philip Treacy, il cappellaio matto, che per la nuova collezione ha pensato a una virtuale collisione tra i look di Michael Jackson e i suoi cappelli incantati. Altro apparente “incidente stilistico” da Vivienne Westwood: la sua donna è una via di mezzo tra Charlie Chaplin e uno dei membri di Occupy. Provocazioni ambientaliste per la stilista-icona che ancora una volta cavalca personalmente la catwalk con un paio di pantaloncini – mutandoni da uomo, baffi, occhio nero e un cappellino. Movenze da moderno Charlot e un clima che è tutto un programma: Climate Revolution (rivoluzione climatica). E l’effetto raccolto è sempre lo stesso, un’esplosione di applausi dal parterre.

(di Federica Piacenza)

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