Ermenegildo Zegna lancia la sua prima Beachwear Collection

Il Gruppo Ermenegildo Zegna è una delle realtà imprenditoriali più rinomate in Italia. Fondata nel 1910 a Trivero, sulle Alpi biellesi, dal giovane imprenditore Ermenegildo con l’ambizione di produrre eticamente i tessuti più pregiati al mondo attraverso l’innovazione e l’impiego delle fibre più nobili reperite direttamente nei paesi d’origine; l’azienda è oggi guidata dalla quarta generazione della Famiglia Zegna.

Il marchio Zegna ci riserva per questo nuovo anno una grande novità: dopo un secolo di storia come marchio di abbigliamento maschile di lusso, debutta nel beachwear, lanciando la linea Ermenegildo Zegna Beachwear Collection.

Alessandro Sartori, Direttore Creativo del brand, firma e presenta la sua prima collezione maschile di costumi da bagno, abbigliamento e accessori da spiaggia, sviluppata in collaborazione con la società lombarda Isa, con cui la maison aveva già stipulato nel 2016 un accordo di licenza quinquennale per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione a livello mondiale delle collezioni underwear, homewear e socks.

«Nella mia nuova visione dello stile Ermenegildo Zegna, non potevo pensare a un guardaroba perfetto senza una collezione beachwear, dove la ricerca di materiali innovativi, quali il “microlite” o l’“ultralight seersucker”, incontra la nuova estetica Zegna», ha commentato Alessandro Sartori.

La linea Zegna Beachwear possiede un’allure italiana fresca ed estiva, ed è composta da boxer da bagno con pochette impermeabile coordinata, polo, teli mare, maglie con scollo a barca. I modelli sono sportivi e variano dalle tinte unite con orlo a contrasto a stampe e fantasie; tra le stampe, troviamo righe Baiadera disegnate a mano, fiori stilizzati e micro fantasie geometriche. I materiali utilizzati sono leggeri e tecnici, per garantire le migliori performance sia dentro che fuori dall’acqua.

Questa nuova collezione, elegante, cool e versatile, è disponibile in selezionate boutique e sul sito zegna.com da dicembre 2018.

di Daniela Carusone

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