Salvatore Ferragamo SS 2020, collezione d’ispirazione green

Ferragamo

Salvatore Ferragamo SS 2020

Paul Andrew, nuovo direttore creativo di Salvatore Ferragamo, ha messo in atto tutto lo stile che da anni contraddistingue il marchio, portando in auge non solo lo stile, il glamour e la raffinatezza (unita a comfort e comodità), ma anche la sostenibilità, tema a cui il fondatore del brand è legato sin dagli anni Venti.

Ferragamo, una collezione d’ispirazione green

In occasione della nuova edizione di Pitti Uomo 96, che ha luogo nell’incantevole città di Firenze, la sfilata firmata Ferragamo si è svolta in una fiabesca location, la famosa Piazza della Signoria, dove si è potuta ammirare l’intera collezione sotto le stelle. Paul Andrew ha voluto reinterpretare in chiave contemporanea il mondo Ferragamo, proponendo uno stile rilassato e comfy, sia nelle linee che nei colori. La collezione portata in passerella si compone di camicie, t-shirt, blazers destrutturati, tute da lavoro e intramontabili blouson che coccolano i corpi di chi li indossa.

Ogni pezzo d’abbigliamento è realizzato pensando a cosa faccia veramente bene all’ambiente che ci circonda, tanto che la scelta dei materiali, ecologici e riciclabili al 100%, ha occupato una buona parte del lavoro svolto sin dall’inizio. Al fine di trasmettere il medesimo messaggio, queste tendenze green che stanno appassionando il mondo della moda sono state illustrate alla mostra tenutasi nel Museo della Griffe, Sustainable Thinking.

Quando l’essenzialità rappresenta la carta vincente

Salvatore Ferragamo sin dall’inizio della sua carriera ha voluto differenziarsi e, da amante delle sperimentazioni, si è divertito ancora una volta a giocare con i colori. Infatti, ha prediletto l’arancio e il prugna, che ricordano una terra a lui cara, l’India, declinandoli in ogni sfumatura possibile. Tutte le varianti cromatiche utilizzate hanno preso ispirazione dai suoi viaggi, proponendo un uomo che ama ritagliarsi dei momenti in cui pensare a se stesso, senza mai tralasciare lo stile.

 

di Agnese Pasquinelli

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