MM6 Margiela: un’altra collezione di Margiela dove vorremmo e metteremmo tutto

La collezione di Margiela è ben riuscita. In questa FW 2024-25 vediamo riprendere dei cavalli di battaglia della Maison

di Sophie Guazzarini

Minimalismo, pulizia, purezza di un arcaico quiet luxury sono il moodboard degli anni di Margiela da Hermés, e vedendo l’ultima collezione di MM6 ci rendiamo conto che questa è la stagione che si sposa perfettamente con questo immaginario ovattato, tenue ma mai sciapo. 

In generale

La collezione è ben riuscita. Vediamo riprendere dei cavalli di battaglia della Maison: borse origami, orli non rifiniti, maglie jacquard, maxi cappotti (hit 2024 e sicuro anche 2025) e scuba-boots cuissardes. Vediamo tantissima pelle e spalline imbottite anni ’80, pillow bags, spille da balia colorate, e il trench di pelle lungo fino ai piedi non ci abbandonerà nemmeno questa stagione. La palette di colori varia dai più chiari al total black mantenendo in equilibrio su quella dicotomia tra il futuristico e il canonico, il passato e il futuro. Ci hanno sorpreso vivaci tonalità viola e gialle su dolcevita aderenti, che sono diventati i pilastri per completi eccentrici abbinati a soprabiti sofisticati e denim strappato che ha fatto da padrone per questa collezione. Vediamo ancora giacche con colletto, stivali alti fino alla coscia (sexy) e il gilet un po’ combat che se abbinato a occhiali da sole “veloci” è perfetto per un evento techno o un rave. In tutto questo, noi stiamo fremendo per la prossima uscita della collaborazione del marchio streetwear Supreme, in programma a breve.

Tirando le somme

Astratta ma contemporanea. Negli ultimi look gli abiti con tagli più classici erano sotto la lente di un caleidoscopio che ne esaltava i materiali lucidi e satinati. Grazie alle silhouette eleganti vediamo dei perfetti abiti da sera e dunque, nel complesso, possiamo trovare look per ogni occasione. Questa collezione paradossalmente ci rassicura. È come quell’amica della moda che non si perde un evento e ti obbliga ad uscire di martedì sera anche se l’unica cosa che vorresti fare è mangiarti un chilo e mezzo di gelato, guardare una commedia con Hugh Grant e piangere forte. Casual e formale, astrazione e dannazione flirtano insieme in un salotto ovattato; in questo momento storico dove sembra che niente abbia un senso, ci serve qualcosa che ne abbia e ci indichi una strada, magari non già percorsa, ma almeno illuminata.

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