L’opulenza onirica di Schiaparelli Haute Couture A/I 21-22

Daniel Roseberry invita il pubblico a immergersi in un viaggio catartico nell’opulenza onirica di Schiaparelli Haute Couture AI 21-22

Cos’è l’alta moda nell’immaginario collettivo? È grandiosità, eleganza senza confini, ingegno stilistico misto al coraggio di osare. O almeno, così appare dalla collezione di alta moda Schiaparelli Autunno/Inverno 21/22, un tripudio di abiti tanto spettacolari da risultare – piacevolmente – surreali. All’apertura della settimana dell’Haute Couture di Parigi, il Direttore Creativo Daniel Roseberry invita il pubblico a immergersi in un viaggio catartico nell’opulenza onirica con alla guida una figura emblematica: quella del Matador.

Schiaparelli AI 21-22 e la Matador Couture

Sprezzante del pericolo al punto da risultare incosciente, il Matador danza con il toro la sua danza mortale, simbolo dell’eterna lotta dell’uomo e della sua razionalità contro la bestia e l’istinto che essa rappresenta. Umanità e bestialità, logica e irrealtà si mescolano anche nella collezione AI 21-22 di Schiaparelli, un omaggio di Daniel Roseberry all’alta moda che si riconosce a colpo d’occhio e che mozza il fiato, in cui gli abiti non sembrano “fatti con lo stampino” ma assumono una loro visionaria identità.

Come un matador che affronta il toro a viso aperto, Roseberry si lancia nell’arena con una collezione in cui il bizzarro si unisce alla sapienza stilistica, senza mai rischiare, come sostiene lui stesso, che ci siano “pezzi che sembrano essere stati fatti da chiunque”. Omaggiando sia i grandi dell’arte come Monet e Ingres, sia i giganti della moda come Lacroix, Alaïa e, ovviamente, la stessa Elsa Schiaparelli, Roseberry accosta capi scultura a creazioni squisitamente couture, in un turbinio di oro, fiori, cristalli e, a sorpresa, denim.

Il ritorno dell’alta moda senza mezzi termini

Ed ecco dunque che le giacche iconiche del torero vengono proposte con maniche a botte esagerate, quando in jeans vintage tempestato di applique che ricordano ex-voto preziosi, quando decorate da nappe e ornamenti ondeggianti che ritornano anche su un cappello a tesa larghissima. Le stesse maniche monumentali sono poi sommerse da una cascata di rose su un tubino nero dal taglio geometrico, mentre assumono un’allure quasi cyberpunk su una giacca di pelle tagliata a vestito corto.

L’avversario del matador, il toro, è incarnato da pezzi diabolicamente sensuali. Lo scollo di un abito a guaina in crepe di lana nero viene modellato artigianalmente per formare due corni tempestati di filigrana, perle e perline dorate, mentre un bustier in raso di seta assume le fattezze di una fronte di ariete e si staglia sopra a stivali cuissardes ricoperti di perline e cristalli Swarovski.

Ma il viaggio fantastico di Schiaparelli non si ferma al mondo dei toreador, i quali sembrano fungere da sola porta di accesso ad un mondo di lusso roboante dove poter realizzare i sogni di alta moda più sfrenati. Al nero profondo di abiti che sembrano disegnare al millimetro le forme del corpo vengono accostati i bagliori metallici del lurex e dei tessuti specchiati: è così che le silhouette diventano extra, reminiscenti delle passerelle sfavillanti degli anni ’80 e ’90, le gonne a palloncino si gonfiano come nuvole, gli scolli diventano opere architettoniche che incorniciano quando solo il viso, quando l’intero corpo.

Alla sontuosità della seta, del velluto e del taffettà fanno da contrappunto materiali quasi futuristici come il vinile, la pelle di vitello trattata a specchio e la resina, quest’ultima impiegata per realizzare un bustino-torso che già spopola tra le influencer – prima su tutte, Kim Kardashian. È il trionfo della voglia di mostrarsi, di prendere la moda come un gioco un po’ folle che traghetta verso la luce dopo un periodo di buio.

Gli accessori surreali di Schiaparelli Haute Couture

La collezione Haute Couture AI 21-22 di Schiaparelli quasi non esisterebbe senza i suoi accessori. Fedele al suo mantra di abbracciare gli eccessi, Daniel Roseberry utilizza come leit motiv per gioielli, scarpe e borse, le parti del corpo umano, immaginate in un’ottica surreale unite ad oggetti inanimati come lucchetti, conchiglie e croci.

Due mani sovrapposte diventano dunque una cintura avvolgente, occhi con ciglia dipinte possono essere sia bottoni che maxi orecchini, lo stelo di una rosa gigantesca trafigge il collo di un mini dress in chiffon di seta e al tempo stesso lo sorregge. Grandi orecchie dorate fanno da pendenti, mentre una bocca sensuale diventa una pochette. Ai piedi, sia la punta degli stivali alti alla coscia che quella degli stiletto vertiginosi è arricchita da un calco di dita dei piedi dipinte d’oro.

Il pezzo iconico della collezione resta però uno: una collana a forma di polmoni, opera trompe l’oeil in cui le parti degli alveoli sono magistralmente riprodotte in ottone dorato ricoperto di strass. Un accessorio più unico che raro che, al solo guardarlo, fa venire in mente un quesito, valido forse per l’intera collezione di alta moda di Schiaparelli: sogniamo o siamo desti?

di Martina Faralli

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