“Der Wanderer”: il viandante, la collezione AI 2024-25 di Bally

Il direttore creativo Simone Bellotti propone un guardaroba che sa come conciliare al meglio le tendenze di moda e il folclore svizzero

a cura della Redazione

Una collezione coraggiosa che parla di folk in modo velato 

Come ben si sa, la moda e il folk non sempre vanno d’accordo, ma per Bally è comunque importante ed essenziale svelare l’ambientazione della Svizzera, luogo di nascita del brand, con le sue leggende e la sua cultura. Tutto ciò viene raccontato in modo molto discreto tramite la moda e i nuovi capi proposti. I riferimenti folk non appaiono dunque per nulla invasivi, si intravedono ma con discrezione ed eleganza, rispettando i codici della moda. Viene proposto uno stile sobrio ma anche un po’ selvaggio.

Capi essenziali e immancabili

In passerella sfilano giacche urban ampie sul busto ma perfette e composte sulle spalle, i cappotti in loden con maniche a raglan, gli abiti con drappeggi, gli smanicati in pelle decorati da campanelli, elemento che ricorda il folklore, la tradizione Svizzera e le mucche. Questi campanelli compaiono anche su borse a tracolla, shopper, e su valigette. Lo stile alpino viene ripreso anche da tessuti ed elementi quali il mohair, il loden, e l’edelweiss: un fiore tipico dell’Engadina, la stella alpina. Non mancano le silhouettes a sirena e altri elementi tipici e leggendari che richiamano la cultura del luogo. I vestiti sono versatili, semplici. Essi sono simili nel guardaroba maschile e femminile; infine, non mancano le linee ad A e la forma trapezoidale.

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